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- 18-12-2025
- Sara Elia
- In Professioni
- 4 minuti
Tecnico radiologo: una professione tra tecnologia, scienza e assistenza al paziente
Nel sistema sanitario contemporaneo, sempre più orientato all’innovazione e alla diagnosi precoce, il tecnico radiologo riveste un ruolo centrale e strategico. È il professionista che opera all’intersezione tra tecnologia avanzata, conoscenze scientifiche e relazione con il paziente, garantendo che esami diagnostici complessi vengano eseguiti in modo sicuro, accurato ed efficace.
Dalla radiologia tradizionale alla risonanza magnetica, dalla TAC alla medicina nucleare, il tecnico radiologo è responsabile della gestione delle apparecchiature diagnostiche, dell’applicazione dei protocolli di sicurezza e della corretta acquisizione delle immagini su cui si basano diagnosi fondamentali. Allo stesso tempo, svolge una funzione essenziale di assistenza e supporto umano, accompagnando il paziente durante procedure spesso delicate o fonte di ansia.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio chi è il tecnico radiologo, quali sono le sue mansioni quotidiane, le competenze richieste e il percorso formativo necessario per intraprendere questa professione sanitaria altamente qualificata. Un ruolo che unisce precisione tecnica, responsabilità clinica e attenzione alla persona, diventando un pilastro indispensabile della medicina moderna.
Indice dei contenuti
Chi è il tecnico radiologo
Il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM), è un professionista sanitario laureato che fa parte delle 23 professioni sanitarie riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale ed è iscritto all’Albo TSRM. Questa figura lavora in stretta collaborazione con medici radiologi, oncologi, infermieri e altri specialisti e svolge un ruolo cruciale nella produzione di immagini mediche e nella gestione delle apparecchiature, assicurando la sicurezza radiologica per i pazienti.Nello specifico, si occupa di:
- radiografie tradizionali a raggi X;
- tomografie assiali computerizzate (TAC);
- risonanze magnetiche (RM);
- mammografie;
- ecografie o esami con mezzi di contrasto;
- fluoroscopie e densitometria ossea.
Come è quindi evidente, il TSRM deve essere in grado di combinare competenze tecniche con capacità relazionali durante i quali si deve rapportare con sensibilità ed empatia con pazienti di ogni età, spesso in condizioni di fragilità o stress.
Formazione e competenze
Per diventare tecnico radiologo è necessario seguire un percorso ben strutturato in vari step che inizia con il conseguimento di una laurea triennale in Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia (classe L/SNT3). L’accesso è a numero programmato nazionale e avviene tramite un test di ammissione. Durante il corso universitario l’istruzione, che combina teoria e pratica include materie quali:- anatomia e fisiologia: conoscenza dettagliata del corpo umano e delle sue funzioni;
- fisica applicata e fisica medica: principi alla base delle apparecchiature diagnostiche;
- chimica e biochimica: interazioni tra sostanze e tessuti biologici;
- tecnologia radiologica e imaging digitale: uso corretto delle apparecchiature e software diagnostici;
- radioprotezione: sicurezza nell’uso di radiazioni ionizzanti;
- patologia generale e clinica: comprensione delle condizioni cliniche dei pazienti.
Dopo aver ottenuto la laurea e superato l’esame finale, il candidato può iscriversi all’Albo TSRM e iniziare così a esercitare la professione. Nonostante ciò, è obbligatorio nel tempo aggiornarsi di continuo tramite ECM,
per mantenere le proprie competenze al passo con l’evoluzione tecnologica e normativa.
Ambiti lavorativi di un tecnico radiologo
Ad oggi, un tecnico radiologo può operare in diversi ambiti quali:- pubblico: lavora principalmente in ospedali e centri diagnostici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale. L’accesso avviene attraverso concorsi e l’attività può comprendere turni giornalieri di 8 ore, turni notturni, lavoro nei giorni festivi e reperibilità. In queste strutture è prevista la pausa obbligatoria a tutela della salute del personale esposto a radiazioni;
- privato: può lavorare come dipendente in cliniche o centri diagnostici, oppure come libero professionista sotto la supervisione di un medico specialista. Gode di orari più flessibili ma non può aprire uno studio in autonomia in quanto la presenza del medico radiologo rimane obbligatoria;
- industriale: può ricoprire ruoli di manutenzione, installazione e gestione di apparecchiature elettromedicali radiologiche, oppure specializzarsi in software diagnostici e applicazioni tecnologiche. Alcuni tecnici lavorano come formatori e consulenti per aziende biomedicali, contribuendo all’innovazione dei sistemi diagnostici;
- accademico o di ricerca, affiancando professori universitari o partecipando a progetti di laboratorio. In questi contesti, la figura del tecnico si concentra sulla didattica, sulla sperimentazione di nuove tecniche di imaging e sulla gestione di apparecchiature sofisticate. I contratti possono essere borse di studio, assegni di ricerca o incarichi temporanei, e spesso permettono di approfondire ambiti come radioterapia avanzata e medicina nucleare.
Carriera e stipendio
Il tasso di occupazione dei laureati in tecniche di radiologia è tra i più alti tra le professioni sanitarie ed ammonta a circa il 78,6% a un anno dalla laurea. Inoltre, ad oggi, strutture ospedaliere grandi o centri diagnostici avanzati offrono maggiore accesso a tecnologie di ultima generazione, opportunità di crescita e stipendi più elevati.Di per certo, le prospettive di carriera migliorano con l’esperienza, la formazione specialistica e la dimensione della struttura in cui si lavora.
Per quanto riguarda lo stipendio, nel settore pubblico il tecnico radiologo rientra nella categoria D del Servizio Sanitario Nazionale, con una retribuzione iniziale che si aggira tra i 1.700 e i 1.900 euro netti mensili. Con esperienza o incarichi di responsabilità, lo stipendio può arrivare a 2.500/2.800 euro netti mensili, mentre ruoli specialistici o formativi possono superare i 3.000 euro. Infine, nel settore privato, le cifre variano in base alla struttura e al tipo di contratto, talvolta offrendo maggiore flessibilità ma minori tutele.
Oltre allo stipendio, la professione offre la soddisfazione di un lavoro con alto impatto sociale e contributo concreto per la salute delle persone. Chi sceglie questa carriera si inserisce in un settore in continua evoluzione, dove l’innovazione tecnologica contribuisce alla possibilità di ricevere diagnosi e terapie più precise.
Sara Elia
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