Bias di conferma: quando la mente vede solo ciò che vuole
Il bias di conferma si attiva quando il cervello umano prende in considerazione solo notizie, pareri o evidenze che confermano quello di cui si è già convinti. Come è evidente questo paradigma comporta varie conseguenze psicosociali.
Analizziamole insieme!
Indice dei contenuti
Che cos’è il bias di conferma
A livello generale, i bias cognitivi sono delle interpretazioni soggettive e spesso non corrette degli eventi spesso utilizzati per prendere decisioni in fretta. Si tratta di costrutti fondati su percezioni errate o deformate, pregiudizi e ideologie al di fuori del giudizio critico che portano a commettere errori cognitivi che impattanti su decisioni, comportamenti e processi di pensiero.
In questo contesto, il bias di conferma indica un pregiudizio cognitivo per cui si prediligono le informazioni che confermano le proprie convinzioni, o ignorando o sminuendo invece le prove ad esse contrarie.
Nello specifico, la distorsione agisce su più livelli:
- raccolta delle informazioni: quando queste non sono congruenti con le proprie idee vengono scartate;
- interpretazione: anche se le persone ricevono prove contrarie alle proprie ipotesi le interpretano in modo da mantenere o addirittura rafforzare i propri preconcetti;
- recupero dalla memoria: quando si deve dimostrare qualcosa, vengono recuperate in modo selettivo dalla memoria solo i dati congruenti.
Il bias di conferma, nonostante sia una tendenza naturale, può avere effetti estremamente negativi in alcuni ambiti:
- sociale: spinge ad avere impressioni erronee su gruppi culturali ed etnie alimentando pregiudizi e discriminazioni;
- processuale: la giuria si fa un’idea iniziale sulla colpevolezza o meno di un imputato ed interpreta le prove allineandole a questo giudizio;
- medica: un medico parte da un’ipotesi diagnostica e cerca indizi clinici in conforma ad essa.
Bias di conferma: cause alla base
La causa e la funzione del bias di conferma è quello di cercare di preservare l’equilibrio e la sicurezza psicologica dell’individuo.
In particolare:
- dissonanza cognitiva: quando c’è una discrepanza tra le rappresentazioni mentali di un evento, si generano uno stato di disagio psicologico ed emozioni negative. Il bias, filtra selettivamente le informazioni coerenti con il proprio sistema di credenza, riducendo questa dissonanza ed il disagio conseguente;
- autostima e identità personale: avere a che fare con informazioni che contrastano la propria rappresentazione della realtà può indebolire il valore personale e mettere in dubbio la propria intelligenza. Il bias di conferma, invece, distorcendo i dati affinché siano conformi alle convinzioni di partenza rende saldo il proprio sé;
- economicità cognitiva: ciascuno di noi è di continuo bombardato da informazioni provenienti dall’ambiente circostante. Analizzare con razionalità e logica ogni dato richiederebbe un ingente consumo di risorse. In questo contesto, il cervello umano raccoglie, interpreta e recupera le informazioni in modo parziale per elaborare le informazioni rapidamente;
- appartenenza sociale: questo bias allinea le proprie convinzioni alla realtà sociale di cui si fa parte e, viceversa e facilita l’interazione e la comunicazione. In questo modo i singoli si sentono accettati e percepiscono la comunità come familiare e il gruppo è più coeso.
Esempi pratici
Per comprendere al meglio il significato concreto di bias di conferma applichiamolo ad alcuni casi pratici e reali molto comuni. Tra questi:
- pregiudizio razziale: chi ritiene che tutti gli immigrati siano delinquenti in quanto tali, sofferma la sua attenzione sulle notizie che dimostrano quest’idea. Allo stesso modo, tende ad informarsi esclusivamente su canali che condividono la medesima visione, ignorando o minimizzando eventuali informazioni che contrastano il suo preconcetto. Infine, sul lato memoria, mantiene accessibili le informazioni coerenti al suo pensiero, rievocandole più facilmente;
- attacco di panico: chi ne soffre associa una specifica sensazione fisica, come ad esempio l’aumento della frequenza cardiaca, ad un danno imminente come il rischio di morte o di perdita di controllo. Una volta attivata questa questa credenza, la persona in stato di allarme seleziona solo le informazioni che sembrano confermare la sua idea, ignorando quelle incongruenti. In questo senso, lo stato cognitivo di allarme e quello emotivo di panico condizionano il recupero di informazioni in memoria ed attivano in modo automatico ed inconsapevole i dati coerenti con lo stato psichico del momento.
Questi due esempi sono esplicativi per sottolineare quanto il bias di conferma crei un disequilibrio tra la rappresentazione della realtà del singolo e la realtà esterna così come appare davvero.
Strategie di gestione ottimali
Gestire il bias di conferma è possibile se si è consapevoli di ciò che accade a livello inconscio. Occorre innanzitutto sapere che questa forma di distorsione cognitiva appartiene seppure in modo differente, a ciascuno di noi, in quanto naturale tendenza del ragionamento umano.
Tra le strategie da applicare più valide è necessario citare:
- fare ricorso alle capacità metacognitive che permettono di osservare dall’esterno i nostri pensieri, riconoscerli, prenderne distacco e modificarli se necessario. In quest’ottica, quando si formulano giudizi domandarsi se
vogliamo solo che le nostre idee vengano confermate; - mettere in discussione le proprie opinioni: provare a formulare ipotesi alternative rispetto a quella di partenza permette alla mente di analizzare le informazioni raccolte e confrontare i diversi dati e fonti;
- modificare gli atteggiamenti mentali automatici: invece di cercare conferme alle proprie idee, provare a ricercare dati che le disconfermano. Questa soluzione è molto utile per rinvigorire la capacità critica.
Anche se ciascuno di noi tende a nutrire una forte fiducia nelle proprie credenze, occorre ricordare che in realtà sono delle semplici idee, che possono essere errate ed incomplete. In questo senso, accettare informazioni contrarie non significa demolire e destrutturare la propria identità, ma arricchirla ed imparare nuove verità.