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- 10-12-2025
- Sara Elia
- In Mindset
- 4 minuti
Chiedere scusa: come farlo nel modo giusto e ricostruire la fiducia
Chiedere scusa sembra un gesto immediato, quasi banale, ma nella realtà tocca corde profonde della nostra identità: ammettere un errore, esporsi alla vulnerabilità, riconoscere l’impatto delle nostre azioni sugli altri. Per questo, per molte persone, scusarsi è un passaggio complesso, carico di emozioni contrastanti come imbarazzo, paura di essere giudicati o timore di perdere potere all’interno di una relazione.
Eppure, quando viene fatto nel modo giusto, chiedere scusa diventa uno degli strumenti più potenti per riparare un legame, ristabilire la fiducia e costruire relazioni più autentiche. Una buona richiesta di scuse non cancella l’accaduto, ma apre la strada a un nuovo equilibrio, più consapevole e rispettoso.
In questo articolo analizzeremo perché è così difficile chiedere scusa, quali errori evitare (come le “scuse non scuse” o le giustificazioni mascherate) e soprattutto come formulare scuse efficaci, capaci di promuovere crescita personale, responsabilità emotiva e connessione con l’altro. Scopriremo insieme come trasformare un gesto spesso temuto in una vera competenza relazionale e comunicativa, utile tanto nella vita privata quanto in quella professionale.
Indice dei contenuti
Perché è difficile chiedere scusa: meccanismi psicologici
Chiedere scusa non significa pronunciare solo la parola.È infatti necessario che il gesto sia autentico, accompagnato da consapevolezza e volontà di riparare. La difficoltà nel porgere le proprie scuse ha radici profonde nei meccanismi di difesa psicologici che ognuno di noi sviluppa fin dall’infanzia. Nello specifico, a giocare un ruolo fondamentale sono:
- orgoglio e paura del giudizio: il timore di apparire deboli o inferiori agli occhi dell’altro e il timore della critica, spesso radicata in esperienze infantili in cui errori venivano puniti severamente, può indurre una strategia di auto-protezione in cui si nega, minimizza o giustifica il proprio torto;
- percezione dell’autostima può ostacolare il gesto: chi ha ricevuto un’educazione rigida, senza sufficiente supporto emotivo, può avere difficoltà a immaginare una risposta accogliente dagli altri e, di conseguenza, teme di esporsi emotivamente;
- empatia: chiedere scusa significa mettersi nei panni dell’altro, comprendere le sue emozioni e desiderare sinceramente di riparare il danno. Questo passo è complesso perché implica un’analisi critica di sé stessi e la capacità di distaccarsi dal proprio ego;
- difficoltà culturale: la nostra società tende a premiare la perfezione e a identificare l’errore con il fallimento. In questo contesto, chiedere scusa può sembrare un’ammissione di debolezza, quando in realtà rappresenta una forma di coraggio emotivo e di maturità relazionale.
Tecniche, parole e tempistiche ottimale
Per chiedere scusa in modo efficace, è necessario scegliere tempistiche, modalità e parole adeguate. Non esistono formule universali, ma alcuni suggerimenti efficaci sono:- assumersi la responsabilità: dichiarare apertamente il proprio errore senza minimizzarlo o attribuirlo ad altri;
- utilizzare una comunicazione diretta e personale, preferibilmente faccia a faccia: il linguaggio del corpo e il tono della voce sono indicatori fondamentali di sincerità e permettono di entrare maggiormente in empatica con l’altro;
- offrire impegno nel ricostruire il rapporto: le scuse non devono riguardare solo l’errore compiuto, ma costituire una promessa per il futuro di non ripetere lo stesso comportamento;
- evitare giustificazioni o minimizzazioni: frasi come “Mi dispiace che tu l’abbia presa male” spostano il focus dall’errore all’esperienza dell’altro, riducendo l’efficacia delle scuse. Al contrario, espressioni come “Io sento che…” o “Io ho sbagliato…” trasmettono responsabilità senza accusare l’altro.
- rispettare i tempi dell’altro: non forzare il perdono ed attendere che la persona abbia elaborato l’offesa. È infatti importante comprendere che il perdono dell’altro non è per forza immediato né garantito. In questo senso, infatti, le scuse rappresentano l’inizio di un processo di riconciliazione, non la sua conclusione automatica.
Valore e benefici
Chiedere scusa non è un segno di debolezza ma un gesto di coraggio, capace di restituire equilibrio alle relazioni e favorire la crescita personale. Mostrarsi vulnerabili, ammettere i propri errori ed aprirsi al confronto richiede:- umiltà e disponibilità a mostrare la propria vulnerabilità;
- forza interiore, maturità emotiva ed autenticità;
- capacità di gestire situazioni difficili senza ricorrere a giustificazioni o al dominio sull’altro.
- alleviare il senso di colpa ed elaborare emozioni negative che altrimenti possono accumularsi e generare stress o ansia;
- rinforzare l’autoefficacia e l’autostima, aumentando la fiducia in sé stessi e negli altri:
- favorire la creazione di legami più profondi e duraturi basati sulla trasparenza e sul rispetto reciproco;
- a livello fisico, l’apertura emotiva, la sincerità e il rilascio del peso del rimorso attivano la produzione di endorfine, sostanze chimiche legate al benessere e alla riduzione del dolore. In particolare, l’ossitocina, neurotrasmettitore della connessione sociale, aumenta quando ci si riconcilia con gli altri, generando un senso di calma e sicurezza;
- in ambito lavorativo: un leader che ammette apertamente i propri errori crea un clima di fiducia e trasparenza, stimola la cooperazione e incentiva i collaboratori a dare il meglio di sé, favorendo un ambiente in cui gli errori sono gestiti come opportunità di apprendimento.
Come chiedere scusa in modo autentico tramite la Mindfulness
Per chiedere scusa in modo autentico è necessario prepararsi interiormente, sviluppando consapevolezza e capacità di auto-perdono. Infatti, prima di rivolgersi all’altro, è fondamentale riconoscere le proprie azioni, comprenderne le motivazioni e accogliere le proprie emozioni senza giudizio.In questo senso, la Mindfulness permette di integrare emozioni negative, superare sensi di colpa e vergogna e stimolare la cura verso sé stessi e gli altri. Ad esempio, un esercizio tipico prevede di:
- mettersi in una postura comoda;
- focalizzarsi sul respiro e sulle proprie emozioni legate a gesti che si considerano sbagliati;
- percepire il dolore, riconoscerlo e liberarsene mentalmente;
- accompagnare il processo con frasi come: “Possa io guardare con consapevolezza ai miei errori e perdonarmi, mai più permetterò che ciò accada”.
In definitiva, chiedere scusa non è un segno di debolezza, ma una forma di forza che arricchisce chi la offre e chi la riceve, trasformando i conflitti in occasioni di crescita e di connessione reale.
Sara Elia
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