Come si diventa educatore professionale socio-sanitario
La definizione dell’educatore professionale socio-sanitario si trova all’interno del Decreto Ministeriale 520/1998. Si tratta di un “operatore che attua progetti riabilitativi nell’ambito di un progetto terapeutico elaborato da un’équipe multidisciplinare“.
Il suo compito è aiutare il reinserimento psicosociale di persone in difficoltà.
I soggetti con cui viene a contatto possono essere di tutte le fasce di età (anziani, adulti, adolescenti…) o avere disabilità mentali di diversa entità e grado. Non bisogno perciò confondere questo tipo di educatore con quello socio-pedagogico che lavora soprattutto nelle scuole a contatto con bambini e ragazzi.
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Cosa studiare per diventare educatore professionale socio-sanitario
Per iniziare questa professione è necessario essere in possesso della laurea abilitante in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (LM/SNT2).
Si tratta di un percorso di studi magistrale interno al Dipartimento delle Professioni Sanitarie a cui ci si può iscrivere dopo la triennale in Educazione professionale.
Durante gli studi si analizzano sia i percorsi riabilitativi per le patologie a carico del sistema nervoso sia quali siano gli approcci psicologici da tenere verso i pazienti. Con l’esame finale del corso di laurea magistrale si risulta già abilitati alla professione di educatore professionale socio-sanitario.
Finiti gli studi bisogna solo iscriversi all’albo professionale.
Chi desiderasse proseguire la propria formazione dopo la magistrale ci sono diversi master a cui iscriversi o si può valutare di iniziare un dottorato di ricerca. Una volta che si inizia ad esercitare come educatori però si è comunque tenuti all’Educazione Continua in Medicina (ECM) come stabilito dal DLgs 502/1992.
Questo comprende prendere parti a corsi e programmi di aggiornamento per la propria professione in modo da restare aggiornati sui progressi in ambito medico. Si tratta di un obbligo a cui sono soggetti tutti coloro che lavorano nell’ambito delle professioni sanitarie per tutto l’arco della loro vita professionale.
Come superare il test di ammissione alla facoltà
Come tutti i corsi di laurea di Professioni Sanitarie anche quella con sui inizia la sua formazione l’educatore professionale prevede un esame di ingresso. La struttura della prova è stata fissata dal MIUR e consiste in 60 quesiti a risposta multipla a cui rispondere entro un tempo massimo di 100 minuti.
I quesiti sono così suddivisi:
- 4 domande di cultura generale e competenze di lettura. Riguardano l’attualità, i classici della letteratura e saggistica scientifica.
- 5 quesiti di ragionamento logico.
- 23 domande di Biologia. Spaziano dalla struttura della cellula ai processi metabolici come la fotosintesi.
- 13 quiz che riguardano concetti di Matematica e di Fisica. Il programma comprende la dinamica dei fluidi, la cinematica, il calcolo della probabilità e la trigonometria.
- 15 domande di Chimica. Gli argomento variano dalla struttura dell’atomo ai tipi di legami molecolari e alla dinamica delle reazioni chimiche.
Il punteggio massimo che si può raggiungere è di 90/90 poiché ogni risposta corretta vale 1,5 punti mentre per ogni errore si tolgono 0,4 punti dal punteggio finale. Se la risposta rimane in bianco invece non si riceve nessuna penalità.
Chi desidera diventare educatore professionale deve sostenere la prova nell’ateneo di interesse visto che la graduatoria non è nazionale. I test di ammissione a Professioni Sanitarie si svolgono a settembre ma iniziare a studiare dopo la maturità potrebbe essere troppo tardi.
L’ideale è cominciare almeno un anno prima e frequentare corsi intensivi quando manca poco all’esame.
Quali sono le mansioni di competenza dell’educatore professionale socio-sanitario
I principali compiti di questo professionista sono quelli indicati di seguito:
- Promozione e gestione strutture e risorse utili al progetto educativo, sia dal punto di vista sociale che sanitario.
- Per ogni progetto riabilitativo il professionista collabora con l’équipe per identificare le potenzialità e disagi psicosociali del paziente. Da queste poi ricava gli obiettivi da raggiungere per la sua riabilitazione.
- Al fine di facilitare il reinserimento del soggetto che ha in gestione opera sul contesto sociale da cui proviene oltre che su quello familiare. Più informazioni raccoglie più facile sarà ultimare il processo.
- Programma e verifica degli interventi educativi che possano rendere i pazienti più autonomi da più punti di vista. In particolare l’educatore professionale lavora sull’aspetto relazionale, lavorativo e sulla capacità di autogestione all’interno della propria casa.
- Promuove l’accoglienza di soggetti in difficoltà e la gestione delle situazioni borderline.
In quali strutture può lavorare
Chi svolge questa professione può esercitare sia come libero professionista che come dipendente di una struttura pubblica o privata. Tra le strutture in cui è più richiesta la figura dell’educatore professionale ci sono gli istituti penitenziari.
Si investe sempre di più sul recupero di chi commette crimini minori per reinserirlo nella società e dargli nuove prospettive. Tra i progetti orientati a questo scopo ci sono attività di formazione lavorativa per aiutarlo ad acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro.
Altre strutture dove questi professionisti sono molto richiesti sono gli ospedali, sia pubblici che privati. Serve infatti un educatore professionale che fornisca sostegno psicologico e relazionale ai pazienti ricoverati perché elaborino le conseguenze della propria condizione. Vale per chi ha riportato lesioni tali da dare disabilità, patologie degenerative o che stanno uscendo dalla tossicodipendenza.
Nella lista ci sono anche gli istituti geriatrici dove agli ospiti della struttura serve una figura che fornisca delle regole e proponga attività che siano adatte alle loro condizioni. Queste devono aiutare la persona anziana a mantenere e potenziare le proprie capacità sia fisiche che mentali durante il periodo di permanenza.
Dove studiare per diventare educatore professionale socio-sanitario
Lo scorso anno accademico (2023/2024) in Italia i posti disponibili per la facoltà che apre la strada a questa professione erano poco meno di 700. Le sedi principali in Italia sono sotto gli atenei di Bologna e Padova, che però risultano dislocate rispettivamente a Imola e a Rovigo.
La facoltà dell’ateneo bolognese tra gli ambiti di lavoro per cui vuole formare prevede anche la disintossicazione dal gioco d’azzardo. Durante la triennale sono previste già 1.500 ore di tirocinio a contatto con potenziali pazienti e il tasso di occupazione di chi si laurea è ottimo (76%).
Anche la facoltà per educatore professionale di Milano (Bosisio Parini) assicura una stretta relazione con il mondo del lavoro attraversi le attività di tirocinio esterno. Lo stesso vale per l’Università di Brescia che prevede questo corso di studi nella sua sede di Mantova. Altri atenei da considerare sono quelli di Firenze, Torino e Udine.