Come uscire dalla comfort zone
Quando parliamo di comfort zone, intendiamo un luogo astratto dove tutto si sviluppa in base a una routine ben precisa e conosciuta.
Scopriamo perché e come uscire da questa situazione per condurre una vita più appagante!
Indice dei contenuti
Che cos’è la comfort zone
La comfort zone è un insieme di abitudini, regole e convinzioni autoimposte familiari e sicure. Nello specifico, si tratta di
- condizione psicologica in cui le cose appaiono familiari, controllabili, sicure e sempre prevedibili;
- luogo astratto in cui tutto si sviluppa secondo una routine precisa e conosciuta;
- status psicologico in cui si resta perennemente a contatto con persone, cose, situazioni e ambienti familiari e che preserva da stress e paure.
Come è dunque evidente, all’interno della comfort zone è possibile agire sempre in una condizione senza ansia né rischi e sentire appagato il proprio senso di competenza e tranquillità. Non c’è niente di nuovo da imparare, non c’è niente da modificare, nessuno stato di emergenza da fronteggiare.
Se è vero che le azioni che si ripetono quotidianamente allo stesso modo facciano sentire a proprio agio, è anche vero che
- la gratificazione percepita può essere bassa o inesistente;
- non si sviluppano nuove competenze né conoscono nuove persone:
- la crescita personale, emotiva o professionale rallenta enormemente.
Spesso però, per via delle caratteristiche di basso rischio della zona di comfort, si tende a rimanere al suo interno senza essere incentivati ad uscirne.
Tra le ragioni:
- rifiutare di fare nuove esperienze;
- essere legati alla propria posizione di sicurezza;
- non voler lasciarsi andare a possibili disagi ed imbarazzi nell’esplorare l’ignoto.
Perché uscire dalla comfort zone
I rischi principali nel cedere all’istinto di conservazione che spinge a rimanere ancorati alla propria comfort zone sono molti, tra cui principalmente:
- restarvi bloccati, senza possibilità di crescita;
- avere limiti in termini di prestazioni, produttività e obiettivi da raggiungere;
- appiattirsi in qualunque ambito della vita.
Uscire al di fuori della propria zona di comfort è quindi imprescindibile. Solo in questo modo, infatti, è possibile:
- non restare fermi nelle proprie convinzioni e sicurezze e quindi mettersi alla prova, andare oltre, osare, provare, sbagliare anche, misurarsi con qualcosa di non conosciuto e sperimentare;
- sfidare se stessi per la propria crescita personale. Cambiare ed evolvere nella vita e nella carriera è possibile solo se non ci si limita limitiamo all’abitudine e alla routine;
- provare cose nuove per migliorare la creatività. Chi sfida se stesso e cerca cose nuove, coltiva l’apertura all’esperienza. Tramite essa si innescano l’immaginazione e la curiosità, spinte propulsive per il lato più creativo;
- assumere dei rischi ed invecchiare meglio.
Chi riesce ad espandersi, si apre ad una maggiore soddisfazione e migliora il benessere man mano che invecchia. L’apprendimento di nuove e impegnative capacità, infatti, aiuta mel tempo a rimanere sempre reattivi.
Occorre infine precisare che non è negativo di per sé avere delle comfort zone fino a quando queste non diventano un ostacolo alla piena realizzazione del proprio talento e al raggiungimento di una reale soddisfazione, lavorativa o personale.
L’importanza della zona d’apprendimento
Come abbiamo visto finora, la persona che vive nella comfort zone è in uno stato mentale in cui agisce con totale assenza di ansietà e rischi, muovendosi in un ambiente familiare con controllo di ciò che lo circonda che non lo mette alla prova né spinge ad evolversi.
Spesso, l’idea di abbandonare all’improvviso quest’ambiente sicuro e gestire un cambiamento radicale spaventa. Per questo motivo, l’uscita deve avvenire in maniera graduale, passo dopo passo.
Secondo il teorico britannico Alasdair White, poco oltre i confini della zona di comfort, esiste la learning zone. Si tratta di una zona di apprendimento o di performance ottimale dove le prestazioni di ciascuno possono essere migliorate provando una certa quantità di stress, seppur non troppo alta.
In altre parole, in base al pensiero dello studioso, è necessario prevedere una fase di zona intermedia, fuori dalla condizione confortevole ma non così distante da far sentire spaesati e persi. La learning zone, in quest’ottica, rappresenta una situazione non conosciuta che costituisce un’opportunità di crescita, di apprendimento e primo adattamento al di fuori della comfort zone.
Di certo, per accedervi sono necessari coraggio ed onestà verso se stessi senza evitare il confronto o un’opportunità di crescita per paura di mettersi in gioco.
Raggiungere l’obiettivo in pochi passi
Per uscire dalla comfort zone, è necessario prendere spunto da suggerimenti quali:
- agire quotidianamente in modo diverso: sforzarsi di uscire dalla routine con le attività più banali. Ad esempio, chiacchierare con uno sconosciuto al bar durante la colazione;
- espandere la propria creatività: provare a creare una qualsiasi forma d’arte, che si tratti di un dipinto, di uno scritto o di una fotografia;
- imparare qualcosa di nuovo: concentrarsi su nuovi compiti e sviluppare nuove abilità per rafforzare la fiducia in sé e riconnettersi con parti dimenticate o ignorate;
- lanciarsi in una sfida e comprendere quali sono le parti che fanno paura: provare a decostruire le ansie che si celano dietro la challenge scelta e perché si pensa di non riuscire a superarla o ci si sente sopraffatti;
- suddividere in piccoli passi: il cambiamento non è lineare e se si è spaventati dal fallimento e delle battute d’arresto, è possibile agire poco alla volta verso quella direzione;
- cercare sostegno intorno: esistono persone in grado di sostenere, ispirare ad andare oltre e dare dei feedback utili e costruttivi.
Uscire dalla propria comfort zone significa semplicemente fare esperienza di tutte le nuove situazioni che ci si propongono ed avere il coraggio di assumersi dei piccoli rischi, accettabili e gestibili.