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- 16-11-2023
- Nausicaa Tecchio
- In Marketing
- 4 minuti
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Ernie Bot di Baidu: la tecnologia cinese che sfida ChatGpt
L’avvento dell’AI generativa suscita entusiasmo anche in Cina grazie a Ernie Bot, un chatbot creato dalla società Baidu, che gestisce anche il motore di ricerca più utilizzato nel paese. Ben il 90% dei cittadini cinesi gli si affida al giorno d’oggi, ma Baidu vanta ormai una storia lunga più di vent’anni iniziata nel 2000.
Con il via libera dal governo di Pechino ora la società è tra quelle che puntano a inserirsi nel settore dell’intelligenza artificiale. La Cina non intende restare indietro rispetto ai rivali americani come OpenAi anche se le sue AI non saranno disponibili oltre i confini nazionali. Le maggiori libertà concesse agli sviluppatori non si sono spinte oltre un certo limite.
Un chatbot già presentato a marzo 2023
Già qualche mese fa si era sentito parlare di Ernie Bot, concesso per una prima fase di test a inizio primavera. Il suo nome, Ernie, è l’acronimo di Enhanced Representation through Knowledge Integration e il suo sviluppo iniziale risale al 2019. Come ChatGpt si tratta di un modello di linguaggio in grado di comprendere un testo scritto, scrivere elaborati e interagire in modo colloquiale con chi gli pone delle domande.
A marzo 2023 tuttavia il lancio di questa AI non si è potuto certo definire roseo o promettente. Anzi, Ernie Bot in poco tempo aveva portato le azioni di Baidu a perdere ben il 10% del loro valore. Chi aveva investito nella società incuriosito dal nuovo progetto era infatti rimasto inizialmente deluso e aveva provveduto a svendere subito le quote acquisite.
Le ragioni alla base del flop del lancio del bot sono da ricercare nel fatto che Baidu non avesse pensato a offrire una dimostrazione dal vivo. Alla presentazione il pubblico ha potuto assistere solo a dei video preregistrati, una scelta discutibile in quanto non ha dato modo a chi era interessato di vedere le reali capacità dell’AI.
In un certo senso l’impressione generale è stata quella di un lancio precoce per non sfigurare di fronte a ChatGpt e Bard. L’AI cinese era già impressionante ma non essendo più la novità non ha conquistato subito l’attenzione. Ci hanno pensato le recensioni degli utenti e i livestream diffusi sui social a migliorare la sua immagine e suscitare curiosità anche al di fuori della Cina.
Ernie Bot è a portata di tutti da fine agosto
La data del 31 agosto in Cina ha segnato il momento in cui il chatbot è diventato a tutti gli effetti un servizio domestico per chi vive entro i confini nazionali. In tutto un miliardo e mezzo di persone che potrà usufruirne semplicemente scaricando l’applicazione apposita e registrandosi al suo interno. Con un pubblico tanto vasto migliorare la prestazioni dell’AI sarà facile grazie ai numerosi feedback.
Baidu ha lavorato per anni su Ernie Bot e ora è pronta a continuare a sviluppare questo progetto adattandosi alle esigenze degli utenti. Questo chatbot però come ChatGpt deve rispettare le linee guida previste per il territorio nazionale e rispecchiare i valori fondamentali del paese. In caso questo aspetto non venisse rispettato la conseguenza principale sarebbe la sospensione dello sviluppo dell’AI.
Le aziende avranno comunque un margine di tre mesi per modificare le proprie app di AI generativa prima di rischiare un simile scenario. In fondo anche per i chatbot occidentali sono previste delle regole severe per prevenire la generazione di contenuti discriminatori o di stampo razzista. Le intelligenze artificiali hanno accesso a una banca dati immensa e c’è la possibilità che attinga materiale da fonti discutibili.
Le linee guida per la creatura artificiale di Baidu come per le altre aziende cinese che lavorano nel settore entreranno in vigore già quest’anno. Si sa già che a domande di stampo politico il bot rifiuta di rispondere affermando di non sapere ancora come trattare questo argomento.
Un confronto con ChatGpt
Per prima cosa Ernie Bot sin dalle prime fasi di sviluppo è stato pensato per operare in modo efficiente con due lingue, ossia il Cinese e l’Inglese. Agli albori invece ChatGpt si basava esclusivamente su richieste poste in inglese. Il chatbot di OpenAI ha poi allargato il supporto a ventisei diverse lingue, ma solo dalla sua versione numero 4.
Entrambe le AI generative ora sono in grado di attingere informazioni da diversi formati di file e di dati, non più solo dai testi scritti. Questo indica che le capacità di interpretazione dei contenuti dei chatbot sono migliorate in modo notevole nelle versioni più aggiornate. I set di dati allestiti per allenare Enrie Bot e ChatGpt però sono sicuramente molto diversi fra loro
L’utilizzo dell’AI di Baidu è pensato anche per riuscire a generare immagini oltre che output scritti. In un unico strumento si ha la possibilità di produrre contenuti di vario genere a differenza delle controparti occidentali. Certo, i risultati prodotti sono ancora la trasposizione letterale di quanto richiesto quindi occorre fare attenzione.
Non si può quindi dire quale dei due sia il migliore in assoluto, molto dipende dallo scopo per cui si intende utilizzare l’intelligenza artificiale. Ernie è stato da poco reso pubblico e quindi ha margini di miglioramento ancora molto ampi come assistente virtuale, ma potrebbe essere questione di mesi.
Le potenzialità future di Ernie Bot e dell’AI cinese
Considerate le linee guida stringenti che il governo cinese ha stabilito, a livello internazionale la competitività dell’AI di Baidu potrebbe non essere così rilevante. Tuttavia l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa richiede di solito una consulenza tecnica o informazioni generiche più analisi di questioni sociali. Bisognerà vedere i prossimi sviluppi per comprendere meglio questo punto.
In Cina però Ernie bot non è destinato a rimanere l’unico chatbot a lungo visto che ad esempio anche la Kunlun Tech sta lavorando per rilasciare un servizio simile. Quest’azienda ha contribuito allo sviluppo della piattaforma Opera, si interessa dei progetti relativi al metaverso e rilascia videogiochi su scala internazionale. L’AI rappresenta il futuro e per Kunlun Tech sarebbe una risorsa di valore.
Un terzo colosso tecnologico cinese ha di recente informato che la sua Ai generativa sarà integrata nei software interni all’azienda. Si tratta di Alibaba, nota per i suoi servizi di cloud computing.