Presenza a scuola di studenti stranieri: pro e contro
L’inclusione nelle scuole di studenti stranieri con un background culturale differente dovrebbe essere una risorsa per tutti.
In realtà, ad oggi purtroppo la loro presenza è ancora molto complessa.
Scopriamo insieme cosa prevede la normativa italiana e quali sono vantaggi e lati negativi della questione.
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Studenti stranieri: cosa prevede la legge
Risolvere in modo definitivo la questione sulla presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane è fondamentale per poter favorire il processo di integrazione.
Ad oggi, a livello normativo, non esistono più leggi specifiche che impediscono di stabilire un tetto massimo di alunni stranieri per classe. L’azione, infatti, entra in conflitto con i principi di uguaglianza e non discriminazione garantiti dalla Costituzione Italiana.
La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea si è dichiarata a proposito:
- vieta discriminazioni basate sulla nazionalità;
- garantisce il diritto all’istruzione;
- stabilisce una parità di trattamento tra le persone indipendentemente da razza e origine etnica.
L’insieme di queste norme può quindi essere interpretata come contraria a politiche che impongano limiti specifici a studenti stranieri.
Inoltre, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che stabilisce i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini residenti nell’UE dichiara:
- garanzia al diritto all’istruzione per tutti, senza discriminazioni;
- possibilità di ricevere un’istruzione gratuita obbligatoria, accesso alle istituzioni educative e alla formazione professionale e continua;
- divieto di qualsiasi forma di discriminazione basata su motivi quali sesso, razza, colore, origini etniche, caratteristiche genetiche, lingua, religione, appartenenza a una minoranza, disabilità e orientamento sessuale.
A livello legislativo quindi, proteggere gli studenti stranieri da politiche discriminatorie è una priorità.
La Direttiva sulla parità razziale
In questo quadro risulta ancora più di valore la Direttiva sulla parità razziale (2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000). La disposizione mira a combattere la discriminazione basata sulla razza o sull’origine etnica a livello generico, non solo per quanto concerne studenti stranieri.
Punti chiave fondamentali:
- obiettivo: porre in essere il principio della parità di trattamento tra le persone senza distinzione di razza o origine etnica. Questo include l’accesso all’istruzione e a beni/servizi disponibili al pubblico;
- ambito di applicazione: tutti gli individui in settori pubblici e privati, inclusi occupazione, istruzione, sicurezza sociale, beni/servizi e fornitura di alloggi;
- misura contro la discriminazione: adottare misure necessarie per garantire protezione contro discriminazioni dirette e indirette, istigazione ad essa e molestie.
Superare la sfida dell’integrazione è necessario affinché tutti i giovani in età scolastica abbiano accesso a un’educazione di qualità e medesime opportunità formative.
Tra i fenomeni ad oggi più preoccupanti, vi è l’inserimento degli studenti stranieri in una classe inferiore alla propria età anagrafica. La pratica mira a facilitare l’avvio del percorso educativo per alunni che hanno difficoltà linguistiche da superare. Tuttavia, la scuola spesso non riesce a colmare il divario di apprendimento iniziale, nel corso degli anni. Questa mancanza provoca spesso un accumulo nel ritardo che alla fine diventa permanente e sistemico.
Promuovere inclusione e crescita culturale
Le istituzioni scolastiche, con lo scopo di promuovere un’inclusione efficace, garantire la crescita culturale e il rispetto reciproco, possono adottare alcune strategie. Tra le principali:
- rafforzare l’insegnamento della lingua italiana: un approccio focalizzato supporta gli studenti stranieri a integrarsi meglio nel contesto scolastico e sociale;
- implementare programmi di formazione interculturale: incoraggiare la conoscenza e il rispetto delle diverse culture promuove un ambiente inclusivo riducendo le tensioni;
- offrire un sostegno educativo personalizzato: facilitare il percorso di apprendimento, permette di riconoscere e valorizzare le differenze individuali;
- investire nella formazione degli insegnanti: focalizzarsi su temi quali interculturalità, didattica inclusiva e gestione della diversità permette di garantire una piena inclusione;
- favorire un maggiore coinvolgimento dei genitori nelle attività scolastiche: creare un ponte tra la scuola e le famiglie, promuove l’integrazione.
In definitiva, una strategia di inclusione attiva e consapevole porta a un arricchimento culturale e a un miglioramento dell’ambiente educativo. Creare un regolamento scolastico incentrato sull’inclusione coinvolga non solo gli studenti e il personale scolastico, ma anche i genitori e l’intera comunità.
Tutto ciò, di certo, richiede un impegno costante a livello di politiche educative e pratiche quotidiane all’interno delle scuole. L’obiettivo comune è quello di costruire una società più equa e rispettosa della diversità, invece di imporne limiti alla presenza.
Studenti stranieri contro la dispersione scolastica
Come abbiamo visto finora per il sistema scolastico italiano, l’integrazione dei minori di cittadinanza straniera è sicuramente una sfida cruciale.
Inoltre, la crisi demografica in Italia è, ad oggi, una realtà sempre più concreta. Per questo motivo deve necessariamente essere affrontata al meglio per evitare un eventuale e previsto spopolamento.
In quest’ottica, la presenza di studenti stranieri svela dei risvolti ancora più positivi.
Un rapporto del Talents Venture riporta che: “Nel 2040 ci saranno circa 190 milioni di giovani africani in età universitaria. Questo bacino rappresenta un’opportunità per gli atenei del nostro Paese. Gli atenei italiani infatti possono quindi pensare di attrarre, anche grazie alla vicinanza geografica, i giovani africani. Essi potrebbero giocare un ruolo cruciale nella composizione degli atenei italiani dei prossimi anni”.
Tale realtà non è da ignorare ma anzi da utilizzare come nuovo potenziale in sostituzione delle università a rischio chiusura per il calo demografico.
Il sistema scolastico deve quindi darsi obiettivi quali:
- preparare fin da subito un lavoro ben strutturato
- promuovere l’internalizzazione
- contribuire alla cooperazione
- migliorare i processi di integrazione degli alunni stranieri
L’insieme di questi fattori, inoltre, permettono di garantire a tutti un percorso educativo di qualità e, di conseguenza, prospettive economiche e sociali per il loro futuro.