Innovation Manager: compiti e skills richieste
La nuova figura professionale dell’Innovation Manager è nata per rispondere alle esigenze dettate dall’innovazione tecnologica contemporanea.
Vediamo qual è il suo ruolo, di cosa si occupa e a chi si rivolge.
Indice dei contenuti
Chi è e a chi si rivolge l’Innovation Manager
Ad oggi, la società sta attraversando una fase di sviluppo economico, tecnologico e di mercato contraddistinto da dinamiche estremamente rapide.
L’innovazione tecnologica, inoltre, è ormai grazie ai costi ridotti alla portata di qualsiasi tipo di azienda. La digitalizzazione dominante ne facilita l’adozione, permettendo anche la crescita di startup innovative.
In quest’ottica, i vecchi metodi di successo manageriali devono oggi essere messi in discussione e ridisegnati per poter essere competitivi. Occorre infatti proporre strumenti e dinamiche più veloci e reattive ed agire in modo proattivo.
Nasce così l’esigenza di dotarsi di nuove figure quali gli Innovation Manager. Egli è un professionista che deve:
- assicurare la gestione delle attività di un’impresa inerenti ai processi di innovazione del business, organizzazione e prodotti/servizi;
- rendere più creativo il pensiero manageriale;
- stimolare la ricerca di soluzioni legate alla trasformazione digitale;
- favorire l’introduzione e il consolidamento di idee innovative;
- sviluppare un vantaggio competitivo sul mercato;
- far crescere il business.
Le aziende che possono recepire al meglio i vantaggi dell’Innovation manager sono le piccole e medie imprese (PMI), a cui egli si rivolge. Esse devono infatti partire dai bisogni di mercato e cercare aree di estensione ed espansione del proprio modello di business.
Innovation Manager: compiti e mansioni
Come abbiamo visto l’Innovation Manager è un professionista specializzato in ambito aziendale e di processi. La sua esperienza in trasformazione digitale permette quindi di
- interpretare, analizzare e sviluppare progetti e processi per la riorganizzazione aziendale in chiave digital;
- comprendere i bisogni e individuare le aree di forte miglioramento assumendo la funzione di analista di processo e aziendalista;
- formare nei confronti dell’innovazione introducendo e sviluppando questa nuova cultura in tutta l’organizzazione aziendale.
- analizzare e valutare lo stato attuale dell’azienda e, di conseguenza, i risultati attesi e gli indici di performance (KPI);
- formare il personale sui nuovi sistemi digitali, introdurre alle nuove metodologie e avviare i nuovi progetti tecnologici;
implementare strategie per l’innovazione con attenzione alle tecnologie digitali e all’evoluzione dei modelli di business.
Il ruolo dell’Innovation Manager è ancora più cruciale se si riflette su quanto, ad oggi, il gap tecnologico di formazione nel personale impedisca di sfruttare al meglio le tecnologie digitali. E proprio per questo deve essere colmato.
Infatti, nonostante il sistema di formazione tenti di insegnare tali professionalità, esse diventano già vecchie prima dell’immissione nel mondo del lavoro.
Le aziende investono quindi in formazione del personale interno, con particolare attenzione alle tecnologie di innovazione digitali, per poterle poi sfruttare al meglio sul campo.
Competenze richieste
L’Innovation Manager deve agire come figura propulsiva e spingere l’azienda in cui opera ad innovazione e cambiamento. Migliorare l’ambito operativo del proprio lavoro, infatti, permette di aumentare l’efficienza di tutta l’organizzazione.
Tra le competenze maggiormente richieste è di certo necessario citare:
- esperienza nel settore industriale in processi produttivi, nell’area della gestione dei sistemi informativi, dell’organizzazione e della gestione dei progetti;
- conoscenze in Value Chain e le sue logiche di integrazione e in logiche di ecosistemi basati su piattaforme digitali;
- conoscenze di base di sistemi di gestione delle informazioni quali CRM, ERP, SCM, CAPP, MES, PLM, CMMS;
- competenze digitali in piattaforme di e-commerce in logica B2B e B2C;
- soluzioni di Business Intelligence sia delle componenti di reporting di base che di soluzioni di Analytics;
- Big Data per la gestione di fonti dati eterogenee;
- modelli funzionali alla base di soluzioni Cloud;
- capacità di interpretare e proporre modelli di business sia di tipo tradizionale che in logica Industria 4.0;
- attitudine all’autogestione con un elevato grado di autonomia per la change management;
- capacità comunicative, di lavoro in team e di problem solving;
- conoscenza delle tematiche legate alla cybersecurity e delle strategie europee e nazionali a supporto della trasformazione digitale.
Soft skills necessarie
Le soft skills necessarie all’Innovation Manager per svolgere il suo ruolo in modo ottimale sono:
- flessibilità, comprensione e apertura mentale;
- curiosità: avere voglia di scoprire ed aggiornarsi di continuo per assumere nuove competenze;
- comunicazione efficiente con gli altri attori del progetto;
- orientamento al benessere dell’azienda;
- ottimismo: non lasciarsi scoraggiare dai fallimenti;
- capacità di gestire le aspettative del team sul progetto d’innovazione;
- capacità di stimolare e incoraggiare le persone riconoscendone il valore.
Il principale obiettivo di questo professionista è quello di discutere e mettere in discussione la struttura organizzativa e procedurale. Spesso, infatti, essa limita lo sviluppo delle idee e dell’innovazione.
La trasformazione digitale in atto pone relazioni sempre più strette fra sistemi fisici e digitali. La diffusione dei big data e l’aumento dei sistemi intelligenti, richiede iniziative e risorse per lo sviluppo di competenze digitali. Serve anche per dare risposte al problema dell’occupazione in generale che dovrà affrontare un rapido cambio culturale e tecnologico.
Quello che serve è quindi una professionalità manageriale che supporti la trasformazione digitale delle imprese con vocazione allo sviluppo.
Proprio per questi motivi, l’Innovation manager sarà di certo una delle figure manageriali più ricercate nel prossimo futuro.