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- 28-12-2023
- Nausicaa Tecchio
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Iperattività e isolamento: il caso di un alunno a scuola
A scuola oltre che di iperattività si parla di frequente di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) ma più che altro in termini di approccio didattico da tenere con gli alunni. Quando in classe c’è un bambino con questo disturbo però i rapporti che ha con gli altri bambini possono non evolversi in una direzione positiva. E un caso recente ha dimostrato che l’inclusività non è scontata.
In una scuola elementare di Rende, un comune della provincia di Cosenza, in Calabria. Un bimbo appena iscritto alla classe terza infatti pare che a marzo scorso avesse subito un gesto molto grave da parte dei compagni di classe. Un giorno si era ritrovato infatti ad essere l’unico alunno presente in classe a tu per tu con l’insegnante. Di fronte a questa scena c’è molto su cui riflettere.
Indice dei contenuti
Che cos’è l’iperattività
L’ADHD in parole povere è una condizione cerebrale che esiste già alla nascita dei bambini in cui poi emerge. I tratti che si cercano per identificarla sono una scarsa durata dell’attenzione o comunque molto breve e una vivacità eccessiva. Il bimbo è irrequieto e fa fatica a stare fermo tanto che questo può interferire con le sue funzionalità e le sue capacità di apprendimento.
Non sempre quando si parla di iperattività si presentano entrambi questi tratti: alcuni bimbi fanno solo fatica a concentrarsi e altri sono solo irrequieti. Bisogna chiarire anche che l’ADHD non è un disturbo comportamentale in quanto non porta per forza ad assumere atteggiamenti sociali strani o inappropriati. Solo se sono presenti altre condizioni possono insorgere.
Si stima che questa sindrome interessi circa il 5-15% dei bambini e che statisticamente i maschi a presentarla siano il doppio delle femmine. I primi segnali si notano già entro i primi quattro anni di vita del bimbo ma diventa più evidente dopo che inizia ad andare a scuola. Per diagnosticarlo ci si basa su questionari sottoposti sia ai genitori che agli insegnanti del caso in esame.
L’ambiente scolastico richiedendo ai bambini di rispettare determinate regole può risultare stretto e difficile da sopportare a un bambino iperattivo. Tuttavia in passato spesso si sorvolava su certi comportamenti specialmente se i segnali non erano di particolare entità. Dopotutto anche bambini senza ADHD possono sembrare molto vivaci o irrequieti.
Cos’è successo a Rende
L’episodio che ha riportato l’attenzione sulla necessità di informare e gestire meglio l’iperattività si è verificato il 18 marzo scorso. In una delle classi terze di una scuola primaria del comune di Rende era appena entrato un nuovo alunno, appena un paio di giorni prima. Il bambino è arrivato in classe ma non ha trovato nessun altro a parte sé stesso e la maestra, confusa almeno quanto lui.
A soli otto anni una scena del genere non è semplice da elaborare. Forse per ignorare l’ipotesi peggiore così il piccolo una volta a casa ha raccontato alla mamma che tutti erano a casa ammalati con la febbre. La mamma tuttavia ha capito che sotto doveva esserci qualche altro motivo. Così ha presto avviato un esposto rivolgendosi alla Procura dei Minorenni della città di Catanzaro.
Alla base dell’accaduto ci sarebbe stata l’iperattività del bambino. All’oscuro della madre infatti pare che gli altri genitori della classe si fossero organizzati per tenere i propri figli a casa. Per di più scegliendo per questa forma di “protesta” a tutti gli effetti discriminatoria il giorno in cui il bambino avrebbe confermato l’inserimento nella classe.
Oltre all’umiliazione subita dal figlio la madre del piccolo ha dovuto anche celare la situazione al figlio. Nel suo candore questo bambino guardato con sospetto dai genitori dei compagni si è sentito in colpa per non essersi preso a sua volta l’influenza. A casa addirittura avrebbe preparato un disegno per il compagno di banco sperando di rivederlo presto.
La diagnosi di iperattività e la situazione tesa a scuola
Forse a insospettire i genitori dei compagni sarebbe stata la scoperta che il trasferimento era derivato in parte della diagnosi del nuovo alunno. A quanto riferisce la madre però il figlio non avrebbe dato problemi in classe bensì la tensione sarebbe sorta fra lei e le maestre. Mentre le insegnanti calcavano sul bisogno di un insegnante di sostegno lei non era d’accordo.
Stando a quanto dichiarato il figlio ha una diagnosi di iperattività con capacità mentali superiori alla media. Sarebbe quindi un alunno plusdotato che non avrebbe alcun bisogno di una figura di sostegno. Infatti la diagnosi non si è rivelata un requisito sufficiente ma le insegnanti hanno continuato a insistere portando la madre a optare per il trasferimento.
Invece di una situazione più serena però il risultato è stato quello descritto al paragrafo precedente. Una classe vuota e un bambino solo, spaesato e troppo innocente o troppo buono per capire cosa fosse successo. Una scena che ha finito con il mettere in moto anche il ministro dell’Istruzione Valditara per approfondire la vicenda.
Oltre al ministro anche il Garante per l’Infanzia e per l’adolescenza della Calabria ha chiesto una verifica. La Questura di Cosenza invece ha inviato degli agenti per interrogare la dirigente della scuola primaria e uno dei docenti del bambino isolato dalla classe.
La socialità nei bambini iperattivi
Il comportamento impulsivo che mostrano i casi più forti di iperattività può sicuramente generare confusione nei bambini. Specialmente quando sono ancora piccoli può essere che i compagni mostrino ritrosia a interagire con i bambini che sembrano più imprevedibili. Nel caso di Rende sembra però che non fosse questa la situazione, almeno a quanto emerso fino ad ora.
I bimbi iperattivi per di più tendono a essere molto diretti e senza filtri con i propri coetanei. Tuttavia questo comportamento può sembrare indelicato o maleducato a un bambino che non concepisce la condizione di iperattività. Facilmente quindi finisce con l’allontanarsi o considerare antipatico il compagno di classe che dice tutto ciò che pensa senza farsi problemi.
Per migliorare le capacità sociali dei bimbi iperattivi di solito gli psicologi ricorrono a dei giochi di ruolo ed esempi di situazioni frequenti. In questo modo i piccoli iniziano a comprendere quali atteggiamenti siano accettabili in un contesto sociale e quali invece no.