Mindfulness: come trasformare la tua vita con la consapevolezza
Ad oggi, il crescente interesse verso la pratica della mindfulness ha dato il via a numerosi studi per indagarne le reali potenzialità. Nell’attuale contesto di continua accelerazione, la mindfulness sta guadagnando sempre più attenzione per i suoi numerosi benefici sulla salute mentale e sul benessere complessivo.
Ma cos’è esattamente la mindfulness?
Derivata dalle antiche tradizioni meditative, la mindfulness è la pratica di portare attenzione al momento presente in modo intenzionale e non giudicante. Si tratta di una forma di consapevolezza che ci invita a osservare i nostri pensieri, emozioni e sensazioni corporee con un atteggiamento di apertura e curiosità, senza lasciarci travolgere da essi. Tra i principali vantaggi, si annoverano la riduzione dello stress, il miglioramento della concentrazione e della produttività, una maggiore resilienza emotiva e un miglioramento generale della qualità della vita. Praticare mindfulness può aiutare a gestire l’ansia, a migliorare le relazioni interpersonali e a promuovere un maggiore equilibrio tra vita personale e professionale.
In questo articolo, esploreremo in profondità cosa significa praticare mindfulness, come può essere integrata nella vita quotidiana e i numerosi benefici che può offrire per migliorare il nostro benessere e la nostra efficacia, sia a livello personale che professionale.
Indice dei contenuti
Che cos’è la mindfulness
Mindfulness significa raggiungere consapevolezza di sé e della realtà nel momento presente, in maniera oggettiva e distaccata e, soprattutto, non giudicante.
Il processo, attraverso la messa in pratica di particolari tecniche di meditazione, permette di:
- diventare consapevole di sé stessi, dei propri pensieri, emozioni e sensazioni e della realtà, intesa come qui e ora, che ci circonda;
- non essere critici e riuscire a controllare e contenere emozioni, sensazioni e pensieri negativi che portano alla sofferenza;
- raggiungere, come obiettivo ultimo, uno stato di benessere.
Le sue origini derivano dalla filosofia buddhista in base a cui la sofferenza psicologica deriva da una visione errata della realtà che può essere corretta con la meditazione. Acquisendo la corretta visione di sé, della realtà e dei pensieri, soprattutto negativi è possibile vederli per quello che sono realmente, prodotti della propria mente che, in quanto tali, possono essere controllati. In questo modo si raggiunge l’illuminazione.
Ad oggi, inoltre, anche in ambito medico-terapeutico lo strumento estremamente utile per alleviare le sofferenze emotive di pazienti affetti da diversi tipi di patologie. Occorre però precisare che la mindfulness non è una psicoterapia, ma una strategia d’intervento che, praticata a supporto dei metodi terapeutici tradizionali favorisce il benessere psicologico ed emotivo del paziente.
Utilità ed applicazioni pratiche
Come abbiamo visto finora, la mindfulness permette di raggiungere uno stato di consapevolezza di sé, dei propri pensieri, sensazioni ed emozioni nel qui ed ora, in maniera intenzionale, distaccata e non giudicante.
Come è dunque evidente, gli obiettivi principali della pratica sono:
- supportare nell’accettazione di sé stessi e di ciò che accade intorno e dentro di sé;
- non giudicarsi, criticarsi o disperarsi per ciò che accade, in quanto è in questo modo che nascono malessere e disagi;
- imparare a guardare ed accettare la realtà nel momento presente per com’è;
- osservare in maniera distaccata i pensieri negativi, comprendere che sono prodotti della mente e controllarli, evitando che influiscano negativamente sulla propria vita.
La pratica della mindfulness si rivela quindi utile nella vita di tutti giorni allo scopo di:
- gestire stress, controllare emozioni sensazioni e sentimenti negativi travolgenti e diminuire i sintomi depressivi e ansiosi;
- fronteggiare periodi particolarmente delicati, a seguito di traumi, forti shock o all’insorgenza di patologie;
- migliorare lo stato emotivo del paziente in ambito medico-terapeutico, come supporto ai trattamenti medici tradizionali;
- supportare problemi in campo lavorativo e scolastico, permettendo un atteggiamento più ottimista e collaborativo;
- aiutare i bambini a sviluppare le competenze prosociali ed abilità emotive in età pediatrica ed evolutiva.
Come si pratica la mindfulness
Prima di iniziare la pratica, un elemento fondamentale di cui tenere conto è la definizione degli obiettivi. Stabilire quindi cosa si vuole raggiungere, in quanto tempo e quando spesso si vuole praticare. Darsi obiettivi eccessivamente ambiziosi, e poi non seguirli, da come risultato scoraggiarsi dopo poco tempo. Meglio quindi puntare di qualcosa di facile raggiungimento a breve termine.
A livello generale, le tecniche di meditazione utilizzate nella mindfulness, vengono praticate nel seguente modo:
- in posizione seduta, a terra su cuscini con le gambe incrociate o su una sedia con le piante dei piedi sul pavimento;
- raddrizzare la parte superiore del corpo ed appoggiare i palmi delle mani sulle gambe;
- rivolgere la concentrazione unicamente verso la respirazione e mantenere gli occhi chiusi;
- effettuare movimenti dell’addome durante le inspirazioni e le espirazioni.
In questo modo è possibile raggiungere la consapevolezza del proprio respiro, che poi si estenderà a quelle dei propri pensieri, delle proprie emozioni e della realtà circostante. Durante la pratica, infatti, nel cervello si attiva un cambiamento materiale che agisce su ormoni e neurotrasmettitori, modificando la visione del mondo.
Le sessioni per chi si avvicina per la prima volta alla mindfulness, sono brevi, della durata di circa 10 minuti. Il tempo di meditazione viene successivamente aumentato man mano che si acquisisce esperienza.
I programmi terapeutici
Il primo programma terapeutico basato sulla mindfulness, Stress Reduction and Relaxation Program, venne creato nel 1979 dal biologo e professore Jon Kabat-Zinn. Con l’obiettivo di introdurre la pratica negli ospedali e nei centri sanitari, esso si basava sui concetti della filosofia buddhista e le tecniche di meditazione tradizionali adattati alla medicina occidentale.
Il programma, con il tempo, venne perfezionato e i precetti buddhisti alla base iniziarono ad essere riproposti con un approccio più scientifico.
Ad oggi, viene adottato in diversi ambiti e applicato in molteplici situazioni quali:
- curare la depressione e ridurre lo stress
- prevenire le ricadute nelle dipendenze
- fornire supporto ai pazienti con disordini alimentari
- aiutare gli anziani
- arricchire le relazioni, in particolare, di coppia
A livello generale, si utilizzano delle tecniche di meditazione ed esercizi di yoga sia in sedute di gruppo guidate da istruttori qualificati sia in autonomia. La durata è di otto settimane, periodo in cui è previsto un incontro di gruppo la settimana della durata di due ore e mezza.
Ciascuno di essi prevede una parte di meditazione pratica guidata dalla voce degli insegnanti e una parte di condivisione delle esperienze vissute durante la pratica.
Come abbiamo visto insieme, la pratica della mindfulness concede momenti di serenità e consapevolezza, per stare bene ogni giorno, sempre.