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- 20-11-2025
- Carmela Maggio
- In Pillole
- 5 minuti
Le mnemotecniche che devi conoscere
Ricordare tutto, dal numero di telefono alla lista della spesa, è sempre più difficile in un mondo pieno di distrazioni. Eppure, la mente umana è una macchina straordinaria: basta saperla “allenare” nel modo giusto. È qui che entrano in gioco le mnemotecniche, un insieme di strategie che permettono di memorizzare e richiamare le informazioni in modo più rapido, efficace e duraturo.
In questa guida scoprirai che cosa sono, come funzionano, da dove nascono e — soprattutto — come puoi usarle per migliorare la tua memoria nella vita quotidiana e nello studio.
Indice dei contenuti
Come funzionano le mnemotecniche
Il cervello umano non ama i dati astratti. Ama invece le immagini, le storie e le connessioni. Le mnemotecniche funzionano proprio così: trasformano concetti difficili da ricordare in elementi concreti, visivi e narrativi.
A livello cognitivo, si basano su tre principi fondamentali:
- Associazione – collegare nuove informazioni a conoscenze già presenti nella memoria
- Visualizzazione – creare immagini vivide e insolite per “fotografare” mentalmente i concetti
- Organizzazione – strutturare le informazioni in schemi o percorsi logici
Quando combini questi tre elementi, la memoria smette di essere un archivio caotico e diventa una rete ben ordinata di collegamenti.
Le origini delle mnemotecniche
Le mnemotecniche non sono una scoperta moderna: hanno radici antichissime. Già nell’antica Grecia, i retori usavano l’ars memoriae, l’arte della memoria, per ricordare lunghi discorsi.
Il filosofo Simonide di Ceo, nel V secolo a.C., è considerato il padre di questo metodo. Si racconta che, dopo il crollo di una sala durante un banchetto, riuscì a riconoscere i corpi delle vittime ricordando dove erano seduti. Da allora nacque la “tecnica dei loci”, ancora oggi una delle più efficaci.
Durante il Rinascimento, figure come Giordano Bruno e Giulio Camillo perfezionarono queste tecniche, trasformandole in vere e proprie mappe mentali del sapere. Oggi, la scienza ne conferma l’efficacia con studi sulla memoria visiva e sull’apprendimento associativo.
I principali tipi di mnemotecniche
Esistono molte mnemotecniche, ognuna con un obiettivo specifico. Alcune servono per ricordare elenchi, altre per numeri, altre ancora per concetti complessi. Ecco le più importanti:
La tecnica dei loci
La tecnica dei loci, o “palazzo della memoria”, è probabilmente la più famosa. Si basa sull’associazione tra informazioni da ricordare e luoghi familiari.
Immagina di dover memorizzare una lista di 10 parole. Pensa a un percorso che conosci bene, ad esempio la tua casa. Associa ogni parola a una stanza o a un oggetto specifico. Poi, quando dovrai ricordare, ti basterà “passeggiare mentalmente” per le stanze per recuperare ogni elemento.
Funziona perché il cervello elabora con estrema facilità gli spazi fisici e le immagini visive, mentre fatica con i dati astratti. È la tecnica usata dai campioni di memoria e dagli studenti di medicina o giurisprudenza.
Le rime e le associazioni fonetiche
Le rime, i giochi di parole e i suoni simili aiutano la memoria attraverso la musicalità. È lo stesso principio che ci permette di ricordare le canzoni o le filastrocche anche dopo anni.
Un esempio classico: per ricordare l’ordine dei pianeti del sistema solare in inglese (“My Very Educated Mother Just Served Us Noodles”), ogni parola comincia con la lettera del pianeta corrispondente. In italiano, potresti inventare una frase simile: più è divertente o assurda, meglio funziona.
Le mappe mentali
Le mappe mentali sono una forma moderna e visiva di mnemotecnica. Inventate da Tony Buzan negli anni ’70, si basano sull’organizzazione radiale delle informazioni.
Scrivi l’argomento principale al centro del foglio e poi sviluppa rami per ogni concetto collegato. Usa colori, simboli, disegni e parole chiave. L’obiettivo è trasformare le informazioni in una rete visiva, che la mente riconosce e ricorda più facilmente.
L’acronimo e l’acrostico
Gli acronimi e gli acrostici semplificano elenchi di parole o concetti. Ad esempio, per ricordare i colori dell’arcobaleno, l’acronimo inglese “ROYGBIV” (Red, Orange, Yellow, Green, Blue, Indigo, Violet) è celebre.
Puoi creare anche frasi in italiano, come: “Ogni Buon Giardiniere Buona Idea Verifica” — un modo buffo ma efficace per richiamare le iniziali. Questo approccio sfrutta la brevità e la familiarità delle parole per rendere immediata la rievocazione.
La conversione fonetica per i numeri
Una delle mnemotecniche più sofisticate è la conversione fonetica, un sistema che trasforma i numeri in suoni consonantici, poi in parole.
Ogni cifra da 0 a 9 corrisponde a un suono (ad esempio 1 = T/D, 2 = N, 3 = M, ecc.). In questo modo, il numero 32 può diventare “mano” (M=3, N=2). Con un po’ di creatività, puoi convertire lunghe sequenze numeriche in frasi o immagini più facili da ricordare.
È una tecnica molto usata in ambito matematico e per la memorizzazione di date storiche.
Il principio dell’esagerazione e dell’assurdo
Le mnemotecniche più efficaci sono quelle che fanno leva sulle emozioni e sull’immaginazione. Quando crei un’immagine mentale esagerata o surreale, il cervello la etichetta come “unica” e quindi la ricorda meglio.
Immagina, ad esempio, di voler ricordare la parola “albero” e la parola “gatto”. Non visualizzare semplicemente un gatto su un albero: immagina un enorme albero fatto di code di gatto che si muovono al vento. L’assurdità è proprio ciò che fissa il ricordo.
Come allenare la memoria con le mnemotecniche
La memoria, come un muscolo, migliora con l’allenamento. Le mnemotecniche non funzionano se usate una sola volta: vanno praticate e integrate nella routine mentale.
Ecco alcune buone abitudini per consolidare i risultati:
- Ripeti mentalmente i collegamenti nei giorni successivi (ripetizione dilazionata)
- Associa sempre emozioni e immagini forti alle informazioni
- Non limitarti a leggere: ricostruisci le informazioni con parole tue
- Usa le mnemotecniche anche per piccoli compiti quotidiani, come ricordare impegni o numeri.
Con il tempo, il cervello comincerà spontaneamente a creare connessioni più solide e veloci.
Mnemotecniche e studio: un’arma segreta per studenti e professionisti
Chi studia grandi quantità di materiale — universitari, medici, avvocati, interpreti — può trarre vantaggi enormi dalle mnemotecniche. Applicarle allo studio significa passare da una memorizzazione passiva a una attiva. Non si tratta più di leggere e ripetere meccanicamente, ma di costruire veri e propri percorsi mentali.
Per esempio, per ricordare un elenco di date storiche, puoi usare la conversione fonetica; per un discorso orale, la tecnica dei loci; per concetti astratti, le mappe mentali. Il risultato è una memoria più stabile, comprensiva e flessibile.
Mnemotecniche e vita quotidiana
Non servono solo a chi studia. Le mnemotecniche possono essere utili a tutti, ogni giorno:
- Per ricordare nomi e volti di nuove persone
- Per memorizzare password, numeri di telefono o codici
- Per imparare lingue straniere, associando parole a immagini o suoni simili
- Per migliorare le presentazioni e i discorsi, senza bisogno di leggere appunti.
In un mondo dove tutto è digitale, riscoprire la memoria personale è quasi un atto di libertà intellettuale.
Gli errori da evitare
Molti abbandonano le mnemotecniche perché commettono errori comuni:
- Cercano di memorizzare senza capire. Ma la comprensione è la base della memoria
- Creano immagini troppo deboli o banali. Meglio esagerare che essere prevedibili
- Non ripassano: anche la migliore associazione svanisce senza rinforzo.
La chiave è trasformare le mnemotecniche in un’abitudine, non in uno sforzo occasionale.
Il futuro delle mnemotecniche: tra neuroscienze e intelligenza artificiale
Oggi, le neuroscienze stanno confermando sperimentalmente ciò che gli antichi già sapevano: la memoria funziona meglio quando coinvolge più aree cerebrali, soprattutto quelle visive e spaziali. Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata stanno aprendo nuovi scenari: simulatori che aiutano a costruire “palazzi della memoria” virtuali, algoritmi che personalizzano i metodi di memorizzazione in base al profilo cognitivo dell’utente.
Il confine tra mente naturale e tecnologia si fa sempre più sottile. Ma le mnemotecniche restano, nella loro essenza, un’arte profondamente umana: quella di dare forma e significato al sapere. Imparare le mnemotecniche significa imparare a pensare in modo diverso. Non si tratta solo di ricordare di più, ma di allenare l’attenzione, la concentrazione e la consapevolezza.
In un’epoca di sovraccarico informativo, la memoria è una bussola. Le mnemotecniche non la sostituiscono, ma la risvegliano: ci ricordano che ricordare non è solo accumulare, ma comprendere, collegare e dare senso.
Carmela Maggio
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