Il mito del multitasking, tra qualità essenziale ed effetti collaterali
Siamo sempre più convinti che saper fare tutto e subito sia il segreto del successo. Il multitasking viene spesso celebrato come una delle competenze più richieste nel mondo del lavoro moderno, sinonimo di efficienza, versatilità e velocità.
Ma siamo davvero sicuri che gestire più attività contemporaneamente migliori la nostra produttività?
In un’epoca in cui l’attenzione è diventata una risorsa scarsa, il multitasking si rivela essere un’arma a doppio taglio. Se da un lato può sembrare una qualità essenziale per stare al passo con le richieste frenetiche della quotidianità, dall’altro può nascondere insidie che compromettono concentrazione, qualità del lavoro e benessere mentale.
In questo articolo esploreremo il vero significato del multitasking, sfateremo i falsi miti e analizzeremo con uno sguardo critico i suoi effetti collaterali. Perché, forse, il vero superpotere non è fare tutto insieme, ma saper dare il giusto tempo a ogni cosa.
Indice dei contenuti
Che cos’è il multitasking
Il multitasking è la capacità di riuscire a fare e concludere più attività in contemporanea, svolgendoli allo stesso tempo. Questo fenomeno è una conseguenza inevitabile del contesto sociale e culturale attuale, favorito anche dalla velocità con cui si sono diffusi i dispositivi tecnologici che hanno reso le comunicazioni istantanee lo svolgimento dei compiti più veloci.
Idealmente per sviluppare questa capacità sono necessarie:
- forte abilità di controllo;
- livello di attenzione e concentrazione costante;
- organizzazione precisa dei propri pensieri ed emozioni;
- suddivisione equa delle risorse su più di un’attività alla volta.
Come è quindi evidente, non si tratta di qualcosa di facile e scontato, soprattutto quando le attività da svolgere in contemporanea sono onerose e richiedono un importante sforzo.
Infatti, a livello fisiologico, l’essere umano possiede risorse attentive limitate e, di conseguenza, occuparsi di più tasks in simultanea può compromettere la qualità della prestazione. Per questo motivo, non tutti concordano sull’efficacia effettiva del multitasking, che presenterebbe pesanti ripercussioni sulle funzioni cognitive di un individuo.
In particolare, la ricerca psicologica dichiara che, in realtà, la modalità multitasking non esiste. Quello che accade è che maggiore è l’abilità nello svolgere un compito, più è possibile farlo in automatico, lasciando che cervello e risorse cognitive si occupino di un’altra attività in breve tempo.
Rischi e conseguenze negative
L’essere multitasking può provocare alcuni effetti negativi. In particolare:
- riduzione della produttività: focalizzarsi su più compiti in contemporanea può portare a una riduzione dell’efficienza in ciascuno di essi. Ciò accade perché il cervello è più efficace quando si concentra su una singola attività per volta;
- riduzione della qualità del lavoro: la possibilità di commettere errori aumenta perché l’attenzione e la capacità di concentrazione si devono suddividere. La conseguenza è un affaticamento mentale che rende difficile elaborare le informazioni in modo efficace;
- stress, ansia e rischio di burn out: quando si passa da un compito all’altro, il cervello deve adattarsi rapidamente a diverse sfere cognitive, cambiare focalizzazione e redistribuire il livello dell’attenzione. Il rischio è quello di notare riduzione dell’attenzione generale e dell’efficienza;
- aumento di ansia e depressione, che rende difficile focalizzarsi sui pensieri e definire le priorità e perdendo la capacità di filtrare le informazioni rilevanti. Questo, a livello psicologico, può di certo essere impattante;
- riduzione della creatività, che richiede un’attenzione profonda e la capacità di collegare idee in modo originale. Questa capacità è compromessa quando si è costantemente impegnati in più compiti.
Infine, contrariamente a quanto si possa pensare, il multitasking può far perdere tempo perchè si spende tempo nel passare da un’attività all’altra e nel riadattamento del focus.
Effetti positivi
Per quanto riguarda gli effetti positivi del multitasking occorre invece menzionare:
- miglioramento delle prestazioni scolastiche: gli studenti che svolgono in contemporanea più attività su diversi dispositivi multimediali tendono ad ottenere risultati migliori nei compiti svolti, anche in presenza di distrazioni;
- aumento della memoria di lavoro: i nativi digitali sono stati esposti fin da piccoli ad un ambiente mediale multitasking e, in conseguenza a ciò, hanno sviluppato una maggior memoria di lavoro. Questo fattore implica prestazioni migliori in ambienti con più distrazioni rispetto a situazioni che richiedono focalizzazione su un singolo compito;
- aumento della velocità in compiti motori: una ricerca condotta su persone anziane che dovevano completare compiti cognitivi mentre pedalavano su una cyclette ha rilevato un netto miglioramento nella velocità della pedalata senza che ciò andasse a discapito della prestazione ai compiti cognitivi. In particolare, la velocità di pedalata era aumentata durante l’esecuzione di esercizi semplici per rallentare man mano diventavano più difficili;
- interazione dei meccanismi di arousal cognitivo e fisiologico: l’interazione permette il rilascio a livello cerebrale di neurotrasmettitori quali dopamina, norepinefrina ed epinefrina. I neurotrasmettitori, a loro volta, che migliorano la velocità e l’efficienza cerebrale e, di conseguenza, la disponibilità di risorse cognitive che facilitano le performance.
Come essere multitasking in modo ottimale
A livello generale, studi e ricerche sul multitasking portano in risultato diverse interpretazioni sull’effettiva efficacia e funzionamento del fenomeno.
In molti sostengono che l’essere umano non sia adatto al multitasking in quanto possiede risorse attentive limitate e, occupandosi di più compiti simultaneamente rischia un pesante sovraccarico cognitivo.
D’altra parte, altri concordano sul fatto che il multitasking possa essere utilizzato per approcciarsi ai molteplici compiti quotidiani. In base a questo filone interpretativo più si diventa capace di fare qualcosa più si è rapidi ed efficaci nel passare da un’attività all’altra.
Diventare bravi a focalizzare l’attenzione su un singolo punto permette di smarcare più velocemente le cose da fare e, in questo senso, diminuire i livelli di stress.
Per farlo in modo ottimale è dunque necessario:
- avere consapevolezza delle proprie abilità cognitive ed allenarle;
- sviluppare una buona gestione del tempo e delle priorità;
- identificare quali compiti richiedono maggiore attenzione e concentrazione;
- migliorare le proprie capacità di concentrazione tramite tecniche di mindfulness o meditazione;
- organizzare l’ambiente di lavoro in modo efficiente, riducendo le distrazioni e creando spazi dedicati a ciascuna attività.
Facendo pratica è possibile diventare flessibili e adattabili, passando rapidamente da un compito all’altro senza perdere di vista gli obiettivi principali.