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- 30-08-2025
- Sara Elia
- In Skills e produttività
- 4 minuti
Parola dell’anno Treccani 2024: cosa racconta del nostro tempo?
Ogni dodici mesi la Treccani individua una parola dell’anno capace di racchiudere lo spirito del tempo, un termine simbolico che riflette valori, trasformazioni, sfide e tensioni della società contemporanea. La scelta della parola dell’anno Treccani non è mai casuale: nasce dall’analisi del linguaggio e del dibattito pubblico, diventando una lente attraverso cui leggere i fenomeni culturali, politici ed economici che hanno caratterizzato l’anno appena trascorso.
Anche nel 2024, la parola selezionata rappresenta un segnale forte, una sorta di “specchio linguistico” che ci aiuta a comprendere meglio il presente e a interpretare le direzioni del futuro. In questo articolo vedremo qual è la parola dell’anno Treccani 2024, quale significato racchiude e perché è stata scelta come emblema del nostro tempo.
Indice dei contenuti
Qual’è la parola dell’anno Treccani 2024
Per il 2024 la Treccani ha scelto come parola dell’anno “rispetto”, un termine ricco di sfumature che:- indica un sentimento e un atteggiamento di riguardo verso una persona, un’istituzione o una cultura, esprimibile attraverso parole e azioni;
- richiama l’attenzione, la stima e la cura nei confronti degli altri e del mondo circostante;
- non si limita a una forma di cortesia superficiale, ma richiede consapevolezza ed empatia;
- racchiude concetti profondi, che spaziano dall’educazione alla convivenza civile, dalla relazione interpersonale alla gestione dei conflitti sociali.
La scelta del termine, inoltre, evidenzia come il rispetto sia oggi un valore essenziale in ogni ambito della società. Educare ad esso significa infatti promuovere:
- stima reciproca tra individui;
- considerazione del ruolo delle istituzioni;
- valorizzazione delle diverse culture;
- educazione nei confronti della natura e degli animali.
Rispetto: gli utilizzi impropri della parola dell’anno Treccani
Ad oggi, la parola dell’anno Treccani 2024 è spesso utilizzata in maniera contraddittoria portando ad usi impropri che svuotano il reale senso del termine.Ad esempio, dire “con tutto il rispetto”, anticipa attacchi verbali aggressivi, segnando un paradosso in quanto il termine, che dovrebbe indicare stima, diventa una premessa di offesa. Allo stesso modo, l’espressione “uomini di rispetto”, storicamente associata alla mafia, identifica il termine con potere ed intimidazione.
In questo contesto, la Treccani sottolinea come il rispetto non sia solo una questione di linguaggio, ma un valore civile che struttura le relazioni tra gli individui e con la società. L’indifferenza, la noncuranza, la sufficienza, e il disprezzo rappresentano opposti semantici che compromettono il tessuto sociale e minano la possibilità di dialogo e coesione.
Rivalutare il termine significa quindi:ì
- ripensare la propria comunicazione e i propri comportamenti;
- riconoscere l’importanza delle storie personali e del percorso di ciascuno;
- evitare giudizi frettolosi o reazioni emotive in grado di ledere la dignità altrui.
L’importanza dell’attenzione al linguaggio
La scelta di “rispetto” come parola dell’anno Treccani 2024 è inserita nella campagna #leparolevalgono, la quale mira a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua italiana. Il progetto sottolinea come il termine, seppur presente in molteplici contesti linguistici, necessiti di essere rivalutato secondo tutte le sue sfumature. In quest’ottica, esso diventa uno strumento per:- costruire comunità più armoniose;
- incoraggiare relazioni autentiche;
- contrastare la superficialità dei rapporti mediati dai social network.
L’invito della Treccani è quindi a comprendere e praticare il rispetto non come formula vuota, ma come principio educativo e civico attraverso impegno quotidiano, consapevolezza e capacità di ascolto, andando oltre l’apparenza e dei rapporti mediati dal virtuale. In un mondo sempre più frammentato e veloce come quello attuale, la parola dell’anno invita quindi ad approfondire le relazioni e a promuovere una cultura della stima reciproca.
Applicazioni pratiche
La parola dell’anno Treccani “rispetto” trova numerose applicazioni concrete nella quotidianità in diversi ambiti quali:- famiglia: si manifesta nella capacità di ascoltare senza interrompere, di riconoscere le emozioni e i bisogni degli altri membri e di confrontarsi senza prevaricare. La comunicazione rispettosa tra genitori e figli permette di trasmettere valori fondamentali, come l’empatia e la cura reciproca, pilastri nella formazione personale;
- scuola: si traduce nella capacità di valorizzare le differenze tra studenti, promuovere un ambiente inclusivo e collaborativo, sostenere chi fatica nello studio e condurre discussioni basate sull’argomentazione e non sull’attacco personale;
- società: formare cittadini consapevoli, capaci di dialogare ed affrontare conflitti in modo costruttivo, evitando atteggiamenti aggressivi o discriminatori;
- lavoro: ascoltare colleghi e collaboratori, riconoscere meriti e competenze, rispettare scadenze e responsabilità condivise ed affrontare divergenze con tatto e professionalità;
- relazioni sociali: considerare opinioni diverse, mantenere toni civili durante i dibattiti e riconoscere diritti e libertà altrui senza imporre la propria visione;
- ambiente ed animali, dove viene tradotto in azioni come la riduzione degli sprechi, la cura degli spazi comuni, la protezione della fauna e della flora, e il rispetto delle regole civiche.