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- 30-12-2023
- Nausicaa Tecchio
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Il piano di Valditara per combattere la violenza sulle donne in ambito scolastico
Di violenza sulle donne, in particolare nei contesti familiari, si parla sempre di più negli ultimi anni. La percezione di questa problematica sociale da parte della popolazione è cambiata in positivo perché ora ci sono maggiore sensibilità e consapevolezza. Il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin infine ha dato l’ultima spinta alle istituzioni perché decidessero di intervenire anche a livello educativo sul tema.
Per questo i ministri Valditara, Sangiuliano e Roccella si sono messi all’opera per stendere un progetto da integrare nei programmi scolastici. Il fine è quello di intervenire nell’educazione dei giovani per far sì che comprendano l’inutilità della violenza e non dimentichino l’importanza del rispetto verso le donne. Stando alle parole dei ministri “la cultura è la giusta arma”.
Indice dei contenuti
Trenta ore extracurricolari sulla violenza sulle donne
Il piano finale firmato da Giuseppe Valditara prevede l’introduzione nelle scuole secondarie di secondo grado di ore aggiuntive da dedicare a forme di dibattuto sul tema. In tutto dovrebbe trattarsi di trenta ore extracurricolari previste ogni anno dove i ragazzi avranno modo di confrontarsi alla presenza di un docente. Nessuna lezione frontale o nozionistica, risulterebbero inefficaci e pesanti.
Gli insegnanti che supervisioneranno i gruppi di dibattito sulla violenza sulle donne riceveranno prima una formazione adeguata. Trattandosi di una mansione impegnativa e di grande responsabilità riceveranno una retribuzione commisurata allo sforzo. Le ore da dedicare a questo tema dovrebbero contare come attività aggiuntive di insegnamento.
Attraverso la discussione aperta il fine di queste ore extracurricolari è quello di insegnare ai giovani l’importanza del rispetto verso le donne. E in caso ci siano preconcetti maschilisti già presenti nella mentalità dei ragazzi spingerli a metterli in discussione. Parte del programma prevede anche di esaminare le conseguenze penali che derivano da atti di violenza nonché le misure di prevenzione.
Essere informati sulle reti di assistenza tra cui le case rifugio e il numero del servizio pubblico 1522 per l’Anti Violenza e lo Stalking è fondamentale per i giovani. Molte tragedie sono state favorite anche dalla scarsa consapevolezza delle vittime e delle persone a loro vicine degli strumenti a disposizione per tutelarsi. In questo modo studenti e genitori avranno tutte le informazioni necessarie per intervenire.
Iniziative collegate al piano Valditara
Oltre alle ore extracurricolari da impegnare per la prevenzione della violenza sulle donne sono previste ulteriori attività sul tema. Tra queste una riguarda un concorso che i tre ministeri (Pari opportunità, Cultura, Istruzione e del Merito) hanno in programma di organizzare. Per partecipare occorrerà realizzare un cortometraggio incentrato sulle aggressioni maschili rivolte alle donne.
Il concorso come il percorso di dibattito è rivolto agli studenti delle scuole superiori per fare leva sulla loro capacità di empatia e immedesimazione. Entrambe queste doti si possono allenare proprio attraverso la recitazione e la messa in scena di un possibile caso di abuso. Comprendere a fondo il problema e rappresentare cosa sia la violenza sulle donne aiuta a riconoscerla nella vita reale.
Nelle scuole inoltre sarà distribuito materiale informativo per studenti e insegnanti per documentarsi e favorire un dibattito consapevole. Nel Protocollo d’Intesa fra i tre ministri coinvolti non si fa riferimento al tipo di supporto che avrà questo materiale che quindi potrà essere vario. Per esempio documentari, testimonianze scritte o come video e saggi sull’argomento.
Gli oneri finanziari che comporteranno queste iniziative non possono ricadere sulle scuole secondo quanto sancito dal Protocollo. Il progetto mette infatti a disposizione risorse pari a 15 milioni di euro dei fondi europei PON (Programma Operativo Nazionale) da dividere fra le scuole che aderiranno. Sarà inoltre costituito un Comitato paritetico per dare attuazioni alle iniziative previste.
Il progetto dedicato alla violenza sulle donne è facoltativo per gli studenti
Per il momento la direttiva non prevede l’obbligo per i ragazzi di prendere parte alle ore extracurricolari. Per partecipare devono indicare il loro consenso se maggiorenni e devono darlo anche i genitori se gli studenti hanno meno di 18 anni. I gruppi di discussione da organizzare però sono intesi come corrispondenti alle singole classi quindi potrebbero risultare molto diversi in termini di numero.
Sempre per ogni gruppo/classe occorrerà trovare un insegnante di riferimento per il ruolo di moderatore. Neanche i docenti ovviamente sono vincolati a dare la propria disponibilità, sta tutto alla loro sensibilità verso il tema della violenza sulle donne. Per questo ci sono alcune voci che si oppongono al piano Valditara tra cui quella di Elena Ethel Schlein, segretaria del PD.
Secondo la Schlein infatti il progetto avrebbe senso solo nel caso ne fosse prevista l’obbligatorietà, e non solo alle scuole superiori. A suo parere l’educazione all’affettività dovrebbe partire almeno dalle scuole elementari per far sì di evitare che alcuni preconcetti mettano radici nella mente dei bambini. Altre voci propongono di partire addirittura dalla scuola dell’infanzia.
Tutte le critiche hanno delle basi ma come ha precisato lo stesso ministro dell’Istruzione si tratta ancora di una sperimentazione. Le scuole superiori sono solo un punto di partenza per poi allargare il progetto alle medie e alle elementari una volta osservati i risultati.
La situazione che ha portato allo sviluppo del piano Valditara
Per capire cosa ha portato a delineare un progetto per la prevenzione della violenza sulle donne serve guardare ai dati. Il dato che riguarda i casi di uccisioni di donne per motivazioni di possesso o gelosia nel 2023 ormai è noto e conta 106 vittime. Lo scorso anno gli omicidi in Italia sono stati in tutto 322, di cui 126 donne. La metà di queste è stata uccisa dal partner o da un ex fidanzato per motivi di gelosia.
Se si guarda invece ai casi di stalking verso donne e ragazze in Italia nel corso di quest’anno quelli registrati sono stati 14.000. Contando che non tutte le vittime di persecuzione sporgono denuncia per paura o perché inconsapevoli si può supporre che siano anche di più. Oltre ad avere un grosso impatto a livello psicologico lo stalking può essere il preludio a casi di violenza sulle donne.
Ancora più preoccupante è il numero delle segnalazioni ricevute dai Carabinieri relative a fenomeni di maltrattamenti in famiglia, ovvero più di 18.000 nell’anno corrente. Gli interventi hanno portato all’arresto di quasi 3.000 persone.
E’ quindi fondamentale intervenire con un’opera educativa diffusa anche in ambito scolastico per prevenire fenomeni così preoccupanti.