Gestire il rancore: come rispondere costruttivamente alle offese
Il rancore è un sentimento molto diffuso che può essere provocato da varie situazioni: tradimenti, fiducia mal riposta e così via. Combattere questo stato d’animo per il bene della propria salute mentale è possibile.
Scopriamo insieme come!
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Che cos’è il rancore
Il rancore è un sentimento estremamente complesso, composto da varie emozioni, tra cui:
- dolore;
- rabbia;
- delusione;
- frustrazione.
In base a recenti analisi, in Italia, circa il 90% delle persone serba rancore e, spesso per un periodo duraturo. Chi ne serba, sentendosi ferito, spera che chi lo ha deluso soffra in egual misura. Ma quest’emozione:
- amplifica la sofferenza;
- impedisce di rielaborare l’evento traumatico e guarire;
- non permette di superare il dolore causato dall’offesa subita.
A dare vita al rancore sono offese, umiliazioni ed altre espressioni che feriscono nel profondo e violano l’aspettativa rispetto a un comportamento altrui. Si tratta quindi un sentimento di risentimento profondo che può arrivare all’odio. Spesso rimane nascosto e viene nutrito da elementi che non fanno altro che incrementano la rabbia e i livelli di sofferenza di chi lo prova.
Le declinazioni emotive scatenanti sono sempre legate alla rottura di fiducia nei confronti dell’altro. È dal tradimento che derivano tutte le applicazioni del rancore. Anche la vergogna ha un suo ruolo, in quanto l’individuo si sente mortificato davanti al mondo di non essere riusciti a riconoscere un inganno.
In definitiva si entra in un loop di rimuginio, in cui si continua a rivivere la situazione frustrante, da cui è complicato uscire. Da quest’atteggiamento ne consegue un comportamento diffidente e rabbioso verso gli altri.
Come gestire il rancore in modo ottimale
Di certo il rancore non è funzionale a:
- risoluzione della situazione;
- eventuale perdono;
- riduzione delle sensazioni negative.
Per questo è importante cercare di gestirlo e rispondere in modo costruttivo ai torti subiti. È necessario seguire alcuni step:
- fase di accettazione: osservare il proprio dolore, senza evitarlo, ed analizzare chi/cosa ci ha fatto soffrire con sempre maggior distacco ed allontanarlo;
- comprendere il ruolo che noi stessi abbiamo assunto nella dinamica. In ogni rapporto umano e i partecipanti sono sempre due. Se qualcosa non ha funzionato entrambi hanno una parte di responsabilità;
- diventare consapevoli delle proprie azioni e prendere coscienza della realtà, senza provare senso di colpa o vergogna;
- riconquistare fiducia nel prossimo, superando la delusione per le aspettative tradite. Ricordare che ognuno di noi può commettere degli errori ci permette di sviluppare empatia verso gli altri e, allo stesso tempo, perdonarci.
Se non si agisce in questo modo, il rischio è quello di isolarsi, con conseguenti ripercussioni sociali. Nutrire un atteggiamento rancoroso a causa di un evento al di fuori del proprio controllo aumenta il senso di impotenza. La situazione si aggrava se si considerano anche le problematiche a livello psicosomatico che possono sorgere. Spesso gastriti, reflussi ed emicranie sono scatenati da un disfunzionamento emotivo.
Come rispondere alle offese in modo costruttivo
Per ridurre il risentimento è utile provare a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni. Infatti, a volte non si manifesta la rabbia per incapacità di esternare la propria emotività e timore di come essa verrebbe accolta. Esprimere e riconoscere la rabbia è un passo importante per ridurre i livelli di attivazione e di rimorso.
Di certo esiste anche un’altra ampia gamma di sensazioni che si possono provare in queste occasioni. Ad esempio senso di tradimento, desiderio di vendetta, delusione, confusione, incredulità, incomprensione dei motivi. Riconoscere tutte queste sensazioni e dare loro un’identità permette di agire per ridurne l’intensità e utilizzarle in modo funzionale.
Reagire in modo costruttivo significa anche dare valore sia alla persona che ci ha fatto un torto sia all’offesa ricevuta. Dare un senso al proprio vissuto è tanto difficile quanto essenziale. Attribuire un valore determina un ridimensionamento dello stesso e permette di decidere se investire energie per perdonare o meno. Di certo il peso di un’offesa ricevuta da una persona cara rispetto a quella di un conoscente e differente.
Se non si segue questo consiglio, presi dalla rabbia, si tende spesso a fare la differenza e tutto viene visto come insormontabile.
Alcuni consigli molto importanti da seguire per superare la sensazione di rancore sono:
- distinguere sé stessi da quello che gli altri hanno detto su di te. Realizzare che ciò che è stato detto non necessariamente corrisponde al vero aiuta a ridurre le sensazioni spiacevoli su sè stessi. Infatti, è fondamentale che consapevolezza di sé ed autostima non siano minate.
- ridurre le sensazioni spiacevoli su sè stessi realizzando che quanto l’altro ha detto non necessariamente corrisponde al vero. Non lasciare che l’attacco altrui attacchi autostima benessere e consapevolezza di sé. Mettersi in discussione va bene ma non perdere la vera essenza di ciò che si è. Gli altri possono usare modalità che colpiscono nel profondo e portano a dubbi su di sé. Necessario osservare le cose con lucidità;
- accettare l’offesa: ciò non significa per forza perdonare o fare finta che nulla sia accaduto, ma prendere atto dell’accaduto. Spendere le energie in modo costruttivo significa comprendere come superare l’accaduto;
- ridurre tensione attraverso l’utilizzo di tecniche di rilassamento, meditazione o altri stimoli che permettano di diminuire i livelli di attivazione e raggiungere un miglioramento del benessere psicofisico. In questo modo si attivano risorse, difficili da reperire ad alti livelli stress, che consentono di osservare l’evento traumatico con maggiore lucidità e razionalità.
Di certo, non è possibile modificare il passato ma si può lavorare per ritrovare il benessere e capire come superare l’ingiustizia subita!