Le Trappole secondo il modello della Schema Therapy
Negli ultimi anni, si è sviluppato un nuovo modello generale per il trattamento di diverse problematiche a carattere psicologico dal nome Schema Therapy.
Analizziamo insieme al meglio di cosa si tratta!
Indice dei contenuti
Che cos’è la Schema Therapy
La Schema Therapy è, ad oggi, uno degli approcci psicoterapeutici più innovativi in grado di comprendere e risolvere i circoli viziosi della mente umana. Esso integra al suo interno il cognitivismo comportamentale, la teoria dell’attaccamento, la teoria della Gestalt e la psicodinamica.
Sviluppata dallo psicoterapeuta Jeffrey E. Young, originariamente veniva destinata al trattamento di difficoltà relazionali croniche e radicate o curo dei disturbi di personalità.
Si tratta di un approccio psicoterapeutico che mira a individuare schemi e modalità di funzionamento tipici della persona per modificare quelli disfunzionali. Cerca quindi di cogliere emozioni, pensieri, ricordi, sensazioni corporee dolenti che sorgono qualora, durante l’infanzia, non siano stati soddisfatti i bisogni base d’amore, protezione, autonomia, libertà, spontaneità, gioco e contenimento.
Nella vita adulta, infatti, questi schemi se non sono stati risolti si attivano tramite l’accadimento di situazioni che richiamano gli eventi dolorosi del passato.
Tutto ciò comporta una sofferenza intensa ed induce a condotte dette stili di coping, quali resa, evitamento ed ipercompensazione, che mantengono o aggravare la problematica.
L’obiettivo principale della Schema Therapy è rafforzare l’adulto sano presente in ogni individuo, che:
- accudisce e valorizza la parte vulnerabile;
- modifica condotte disfunzionali;
- difende da autocritiche o richieste irrealizzabili;
- persegue uno stile di vita e relazioni sane.
Che cosa e come nascono le Trappole
Secondo lo Schema Therapy, le Trappole o schemi, sono modi di pensare, sentire e agire che influenzano l’individuo in modo disadattivo sia nella relazione con sè stessi che con gli altri.
Esse agiscono come un filtro attraverso cui viene letta la realtà, sono autodistruttive ed impediscono la piena soddisfazione dei propri bisogni emotivi essenziali, danneggiando:
- senso di sé;
- umore e la serenità;
- salute;
- relazioni con gli altri;
- attività professionale.
La loro formazione ha avuto origine in momenti cruciali dello sviluppo nell’infanzia, a partire da modelli disfunzionali visti o vissuti nell’ambiente di formazione che si sono poi consolidati nel tempo. Nello specifico, ogni essere umano nasce con dei bisogni emotivi fondamentali quali il bisogno di:
- sicurezza;
- autonomia;
- autostima;
- espressione di sé;
- buoni rapporti con gli altri;
- avere limiti realistici.
Gli schemi rappresentano tutte le emozioni, i ricordi e i pensieri legati al non soddisfacimento di queste necessità primarie. In questo senso, nella vita adulta, si tende a ricreare inconsciamente le stesse condizioni e modalità relazionali della nostra infanzia, anche se hanno provocato dolore.
La permanenza delle trappole è causata da un principio di coerenza interna. Esse, infatti, rappresentano ciò che si conosce bene e, pur provocando dolore, sono familiari, rassicuranti e perciò spesso molto difficili da cambiare.
Quali sono le principali trappole
Le principali Trappole descritte dalla Schema Therapy sono riassumibili in:
- abbandono: che provoca instabilità e una percezione di inaffidabilità delle persone significative;
- auto-sacrificio: rinuncia alle gratificazioni personali per dedicarsi totalmente all’altro;
- ricerca di approvazione: accentuata tendenza a ricercare riconoscimento da parte degli altri, modalità tramite cui la propria autostima viene misurata;
- punizione: lo schema porta a credere che le persone devono essere rigidamente punite per i loro errori;
- abuso: chi ha questo schema nutre carenza di fiducia negli altri e la sensazione che gli altri vogliono in qualche modo approfittarsene;
- esclusione ed indesiderabilità sociale: la persona si percepisce inferiore, diversa e respingente, sentendo di non poter appartenere pienamente ad una comunità;
- auto-controllo insufficiente: mancanza di capacità di gestione delle manifestazioni eccessive degli impulsi e frustazioni;
- inibizione emotiva: la persona ha difficoltà a comunicare liberamente i propri sentimenti e bisogni ed è convinta che ogni manifestazione provocherà imbarazzo;
- ipercriticismo: la persona si sforza di soddisfare spietati standard interiorizzati e si sente sotto pressione, pensando che qualsiasi cosa faccia non vada mai bene abbastanza;
- sé poco sviluppato: eccessivo coinvolgimento emotivo in relazioni significative e mancato sviluppo di una chiara identità personale;
- fallimento: sensazione di non essere in grado di raggiungere i propri obbiettivi ed avere inferiori capacità rispetto agli altri.
Schema Therapy: come funziona l’approccio terapeutico
La Schema Therapy è una psicoterapia particolarmente strutturata in cui il terapeuta assume un ruolo estremamente attivo nel supporto alla persona. Durante la seduta cerca di entrare in contatto e costruire un dialogo curativo con ognuna delle parti che compongono l’individuo:
- più vulnerabile;
- severa, critica e svalutante, che rappresenta quella genitoriale interiorizzata;
- sana.
Egli utilizza tecniche focalizzate sulle emozioni, esperienziali e di immaginazione integrate a quelle cognitive e comportamentali.
Nello specifico, si svolge in tre fasi:
- assessment e psicoeducazione: analisi dei problemi principali identificazione degli schemi e delle loro origini, creazione delle associazioni fra essi e i problemi della vita presente. In questa fase il paziente si sente compreso, rispettato e sicuro;
- trattamento e cambiamento: si usano varie tecniche e strategie integrate quali esperienziali/emotive, cognitive, comportamentali e tecniche relazionali. Il loro insieme ha l’obiettivo di modificare gli schemi e sostituire gli stili di coping disadattivi con modelli di comportamento più funzionali per rafforzare la parte sana;
- autonomia: il paziente assume sempre più responsabilità, sviluppando relazioni sane fuori dal contesto terapeutico ed aumentando l’integrazione sociale e lavorativa.
Come è quindi evidente, dopo aver individuato le trappole ed aver compreso come influiscono sulla vita esse vengono orientate in modalità più funzionali per soddisfare i bisogni emotivi che sono rimasti frustrati.
Come applicare il modello della Schema Therapy al mindset
Il modello della Schema Therapy non è utile solo in ambito terapeutico, ma può anche essere applicato al mindset per migliorare la gestione delle emozioni e dei comportamenti.
Questa terapia si basa sull’identificazione e sulla trasformazione degli schemi maladattivi – trappole mentali radicate nell’infanzia – che influenzano le nostre decisioni e reazioni quotidiane. Per sviluppare un mindset resiliente, è fondamentale riconoscere questi schemi e lavorare attivamente per modificarli.
Ad esempio, se uno schema di autosacrificio porta a trascurare i propri bisogni per compiacere gli altri, la Schema Therapy aiuta a bilanciare l’empatia con la cura di sé. Integrare questa metodologia nel mindset significa adottare strategie di autoconsapevolezza, rielaborazione cognitiva e pratica di nuovi comportamenti, permettendo di affrontare sfide personali con maggiore sicurezza e benessere emotivo.
Tecniche della Schema Therapy per Trasformare il Mindset
1. Riconoscere i pensieri automatici
Uno dei principi della Schema Therapy è imparare a riconoscere i pensieri automatici negativi che emergono in situazioni di stress o difficoltà. Scrivere un diario delle emozioni può aiutare a individuare gli schemi ricorrenti e comprendere le loro radici.
2. Sostituire gli Schemi limitanti con nuove credenze
Una volta identificati gli schemi disfunzionali, il passo successivo è modificarli attraverso la rielaborazione cognitiva. Questo processo implica sostituire le convinzioni negative con affermazioni più funzionali e realistiche.
Ad esempio:
- Da: “Non riuscirò mai in questo progetto, non sono abbastanza capace“.
- A: “Sto imparando e migliorando. Posso affrontare questa sfida con impegno e determinazione“.
3. Usare il dialogo con il Sé Interiore
Una tecnica efficace della Schema Therapy è il dialogo con il sé interiore, ovvero l’interazione con la parte di noi che si sente vulnerabile o bloccata.
Trattarsi con gentilezza e comprensione aiuta a ridurre il senso di inadeguatezza e a costruire un mindset più positivo e resiliente.
4. Agire in modo nuovo e consapevole
Per cambiare davvero il mindset, è essenziale agire in modo diverso rispetto al passato.
Ad esempio, chi ha uno schema di autosacrificio può iniziare a dire “no” più spesso, mentre chi soffre di paura del fallimento può accettare piccole sfide senza pretendere la perfezione. Il cambiamento avviene attraverso la pratica quotidiana di nuovi comportamenti.
Mindset resiliente: il risultato della Schema Therapy
Applicando la Schema Therapy al mindset, è possibile sviluppare una mentalità più flessibile e resiliente, in cui gli schemi disfunzionali non dettano più le nostre azioni.
L’obiettivo è creare un equilibrio tra autoconsapevolezza, autostima e gestione delle emozioni, permettendo di affrontare la vita con maggiore sicurezza e benessere.
Integrare la Schema Therapy nella propria crescita personale significa imparare a riconoscere e superare le trappole mentali, liberandosi da credenze limitanti e costruendo un mindset più sano e orientato al successo.