Stipendio insegnanti: quanto guadagnano i docenti?
Lo stipendio degli insegnanti è un grave problema ad oggi da affrontare per il nostro Paese. È infatti tra i più bassi d’Europa.
Analizziamo la situazione al meglio insieme e scopriamo il salario dei docenti in base al ruolo ricoperto.
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Stipendio insegnanti: un problema italiano
In linea generale la problematica del basso stipendio insegnanti sempre esistita sul suolo italiano. È infatti tra i più bassi d’Europa.
Una ricerca condotta da Eurodice, organo europeo di informazione sull’istruzione, ha riportato dati preoccupanti:
- i docenti italiani guadagnano meno rispetto gli altri d’Europa;
- l’aumento del salario è un procedimento lento;
- solo dopo aver lavorato per 35 anni si può raggiungere il massimo consentito. Se si raggiunge questo traguardo si ha a disposizione il 50% in più dei primi stipendi.
Ad ogni modo questi dati riportano le reali difficoltà per un insegnante di ottenere uno stipendio adeguato. Anche il tempo necessario per progredire di livello e guadagnare di più è troppo alto. Per questo motivo in Italia solo un docente su 10 è soddisfatto del proprio salario.
L’inflazione in continuo aumento, di certo non aiuta. La stessa è infatti in salita del 8,6% ed è in previsione previsto un arrivo al 10%. La crisi è la più grave vissuta nell’ultimo triennio e non è destinata a fermarsi. Il caro vita aumenta sempre di più e le famiglie italiane fanno fatica ad arrivare a fine mese aumentando la gravità dell’emergenza.
La conseguenza per insegnanti e personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) è un livello di povertà sempre maggiore.
Stipendio insegnanti: quanto guadagna in media un docente
Lo stipendio insegnanti di certo varia in base al ruolo ricoperto. Nello specifico:
- scuola dell’infanzia e primaria: è differente a seconda degli anni di servizio. Ad inizio della carriera si aggira sui 18.000 euro euro lordi all’anno per arrivare a circa 27.000 dopo i 35 anni di servizio;
- professore di scuola secondaria di I grado (medie): guadagna all’incirca 22.000 euro lordi ad inizio carriera. E arriva, dopo più di 35 anni di servizio, a guadagnare circa 32.000 euro lordi all’anno. Su base mensile, lo stipendio netto varia dai 1.300 euro circa iniziali ai 1.800 euro a fine carriera;
- insegnante di scuola superiore secondaria di II grado: si parte dai 21.700 euro lordi annuali a inizio carriera. E si arriva a 34.000 euro lordi annuali dopo il superamento dei 35 anni di servizio. Lo stipendio base al mese è di 1.300 euro netti, per poi raggiungere e superare i 1.800 euro a fine carriera;
- professore universitario ordinario a tempo pieno: arriva a guadagnare 131.674 euro lordi all’anno. Questa cifra è stata stabilita dal regime di adeguamento stipendiale aggiornato dal DPCM del 13 novembre 2020.
Si tratta dell’importo massimo consentito dalla legge, ma molto dipende dagli anni di lavoro, dal tipo di impiego e dall’anzianità.
Aumento salariale docenti 2023: un segnale positivo
Previsto per l’anno corrente un aumento dello stipendio insegnanti.
Il personale scolastico otterrà 23 euro al mese in più, che si vanno a sommare ai 101 stanziati a inizio anno con la legge di bilancio. L’incremento, stabilito alla fine del 2022, passa così da 100 euro a 124 euro lordi al mese. 101 già raggiunti a dicembre con l’accordo per il rinnovo di contratto firmato il 6 dicembre, e 23 con questo ultimo sblocco.
Sono infatti stati sbloccati circa 300 milioni di euro che la legge di bilancio aveva stanziato sul Fondo per il miglioramento dell’offerta educativa.
In questo modo, mantenendo gli accordi presi con i sindacati a novembre, sarà aumentato lo stipendio del personale scolastico.
L’incremento riguarda la parte fissa della retribuzione, la quale è composta da:
- stipendio tabellare;
- indennità integrativa speciale;
- retribuzione professionale per i docenti;
- compenso individuale accessorio per il personale Ata.
L’incremento dello stipendio insegnanti dipende infine da:
- posizione lavorativa all’interno dell’istituto scolastico;
- inquadramento;
- anzianità di servizio.
Le belle notizie non sono finite qui. Infatti, le somme per l’aumento sono state ufficialmente stanziate per il 2022. Il personale scolastico ha quindi diritto agli arretrati maturati per tutto lo scorso anno.
Il prequel e il merito dei sindacati
Nel 2022 il problema del mancato stipendio docenti si è protratto a lungo nel tempo. Ed è proprio grazie ai sindacati che si è arrivati all’attuale aumento salariale.
I sindacati infatti hanno avuto ripetuto degli incontri con il MIUR per affrontare il tema della situazione di crisi dei docenti. Nel 2022 infatti il salario tardava ad arrivare.La richiesta principale mossa dai sindacati al Ministero dell’Istruzione era a riguardo della semplificazione degli aspetti amministrativi legata a contratti e stipendi dei docenti.
La Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL) reputando l’accaduto inaccettabile, era scesa in campo in prima persona. Supplenti e precari, se non retribuiti in tempo, hanno a che fare con due diversi danni. La mancata ricezione del salario in tempi equi e consoni e l’impossibilità di accesso all’indennità di disoccupazione.
“Va definitivamente risolta la mancata interlocuzione con il sistema NoiPa del MEF, sia nell’interesse dei lavoratori, che per una piena e soddisfacente funzionalità dell’amministrazione stessa.”
Come abbiamo visto insieme, un anno dopo, l’appello è stato accolto.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara stesso ha dichiarato:
“La valorizzazione dei lavoratori della scuola è una delle nostre missioni, poiché non può esserci merito senza dignità. La dignità del personale scolastico va salvaguardata anche tramite l’incremento delle risorse destinate a migliorare le retribuzioni in tutto il comparto scuola.”