Come funziona il test discalculia: un approfondimento per genitori e insegnanti
Per escludere la presenza di un disturbo specifico dell’apprendimento, un esame da fare è il test discalculia. Si tratta di una disabilità congenita che porta ad avere difficoltà nella comprensione dei concetti matematici. Sia svolgere le operazioni che comprendere i simboli e i concetti dell’aritmetica e della geometria è un grosso ostacolo per gli studenti che la presentano.
Le cause di questo disturbo al momento non sono ancora note ma pare che si tratti di una condizione ereditaria e quindi presente in più persone all’interno dello stesso nucleo familiare. Per formulare una diagnosi attendibile però non basta riscontrare nel bambino o nel ragazzo delle difficoltà di calcolo ma occorre il parere di una commissione professionale, che comprende medici, psicologi e logopedisti.
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Quando pensare di fare il test discalculia ai bambini
Il quadro sintomatologico può variare molto tra una persona e l’altra, e per questo non è facile riconoscere subito gli studenti DSA. Ognuno di loro rappresenta un caso a sé stante, tanto che a volte le difficoltà emergono solo dopo la scuola media. C’è chi diventa adulto ancora ignaro di avere questo disturbo, ma prima lo si riconosce meglio è per l’apprendimento del bambino.
Finché non inizia la scuola primaria non è facile evidenziare sintomi tali da dover fare il test discalculia, ma ci sono dei piccoli segnali da non sottovalutare. Non è raro che i genitori o le maestre della scuola dell’infanzia inizino a insegnare i numeri ai bambini attraverso dei giochi. Se però sembra che a 5 anni il bambino ancora faccia fatica a riconoscere i simboli da 1 a 10 può essere il caso di approfondire la questione.
Alla scuola primaria le difficoltà iniziano a farsi via via più evidenti. Gli studenti DSA di questo tipo non riescono a svolgere velocemente i calcoli o confondono i simboli fra di loro, per esempio il “+” con il “-“.
Inoltre risolvere anche i problemi più semplici per loro sono complessi perché faticano a riconoscere l’operazione che viene loro richiesto di svolgere.
A livello quotidiano si possono rilevare difficoltà evidenti a memorizzare una serie di cifre, come un numero di telefono o una combinazione per un lucchetto. Messi insieme questi scenari mostrano una situazione che merita di essere approfondita se nel tempo persiste.
Lo scenario alle scuole medie e superiori
Quando il disturbo si presenta in forma lieve o limitata a determinati aspetti è facile che lo studente esca dalle elementari senza suscitare dubbi nei maestri o nei genitori. Di conseguenza non si sottopone al test discalculia, ma lo scenario cambia nel momento in cui passa alla scuola secondaria. Qui gli argomenti diventano più complessi, e in particolare la lettura dei grafici risulta molto ostica per chi presenta la discalculia.
Vale sia per le tabelle che per le rappresentazioni grafiche delle percentuali e delle frequenze, come un grafico a torta. Si riscontra inoltre difficoltà nelle misurazioni delle quantità se si fanno attività di laboratorio e i calcoli a mente rimangono un grosso ostacolo, preferendo la calcolatrice. Il ragazzo inoltre dimentica le formule che deve studiare per un compito, anche ripetendole a lungo.
Oltre che dalle performance scolastiche pare però che il disturbo si manifesti anche a livello della coordinazione fisica. Non è raro che i ragazzi che lo presentano spesso appaiano goffi, poiché fanno fatica a stimare la distanza dagli ostacoli mentre si muovono. Anche a orientarsi possono fare fatica poiché confondono le direzione.
A questo punto le conseguenze per il ragazzo con discalculia non si ripercuotono solo sul rendimento scolastico ma anche sull’autostima. Mettendosi a confronto con i compagni che non riscontrano le sue stesse difficoltà può faticare a far presenti i problemi che riscontra a causa dell’imbarazzo. Alcuni negano di avere difficoltà e arrivano a isolarsi a causa della situazione, rifiutandosi di fare il test discalculia.
Proprio per evitare che gli studenti arrivino a questo punto è necessario cercare di riconoscere i segnali prima. Studiare con i giusti strumenti di supporto fin dall’inizio aiuta i bambini a non restare indietro e sviluppare un metodo di studio personalizzato. Quando si interviene tardi è molto difficile che il ragazzo si adatti in fretta.
Qual è la struttura del test discalculia
Ci sono tre fasi distinte in cui si articola questo tipo di valutazione. Vediamole di seguito:
- Esame obiettivo unito ad anamnesi. Prima di tutto l’équipe competente visita il paziente per definirne lo stato di salute, dopodiché indaga la sua storia clinica. Questo serve a non escludere la possibilità che una patologia o un incidente abbiano portato a dei deficit cognitivi. Inoltre permette di considerare la presenza di altre condizioni associate a questo disturbo, come il deficit dell’attenzione.
- Prove psicometriche. La seconda parte del test discalculia prevede la somministrazione al paziente di esercizi volti a saggiarne le capacità di calcolo, di scrittura dei numeri e dei simboli matematici e di memorizzazione. Si tratta della parte più importante della valutazione perché da essa dipende in buona parte il giudizio finale.
- Valutazione finale. Una volta registrati i dati ricavati dalle prove precedenti i medici, gli psicologi e gli specialisti dei DSA si confrontano per formulare una diagnosi. Oltre a fornire un certificato se la valutazione conferma la presenza del disturbo gli esperti elaborano un programma di supporto allo studio. Questo aiuterà genitori e insegnanti a capire come assistere l’alunno.
I criteri per identificare la presenza del disturbo
Il test discalculia che si utilizza in Italia si basa sul documento di accordo AID-AIRIPA del 2012. All’interno del testo di questo documento si definisce come elaborare le prove da sottoporre ai pazienti e quando considerare l’ipotesi che il disturbo sia presente. Questo si conferma solo quando i punteggi sono criticamente al di sotto delle aspettative e sempre considerando la possibilità di un falso positivo.
I test da sottoporre ai pazienti variano a seconda della loro età. Per i bambini della scuola primaria si utilizzano le prove AC-MT 6-11. Si compongono di un esame collettivo di 20 minuti di esercizi misti, una prova individuale di calcolo a mente e scritto e alcuni problemi da risolvere (dopo la terza elementare).
Se il ragazzino che affronta il test discalculia frequenta già la scuola secondaria si opta invece per le prove AC-MT 11-14. Hanno la stessa struttura delle precedenti ma sono più difficili e i risultati ottenuti classificano il livello del paziente in base alla gravità della situazione. Gli esiti possibili sono: ottimale, sufficiente, con richiesta di attenzione e con richiesta di intervento.