3 tipi di overthinking e come superarli
La nostra capacità di pensiero di rende molto diversi dagli altri esseri viventi. Si tratta di una capacità estremamente complessa e affascinante, che può però trasformarsi in una trappola. Quando interviene in cosiddetto overthinking, infatti, entriamo in una vera e propria spirale di confusione mentale.
Si tratta di una situazione in cui, a causa del susseguirsi di pensieri incontrollati, ci ritroviamo con la mente totalmente impegnata. L’overthinking è anche causa di problemi correlati d’ansia, difficoltà di concentrazione, stress lavorativo e non.
È quindi fondamentale imparare a gestire al meglio questo stato, superandolo per ritrovare serenità e capacità di pensare lucidamente.
In questa guida ci concentreremo in particolare su 3 tipologie di overthinking, scoprendo come si caratterizzano e come superarle.
Indice dei contenuti
Cos’è l’overthinking
Per comprendere come superare specifici tipi di overthinking, dobbiamo partire dalle basi e conoscere con esattezza cosa intendiamo con questo termine.
Non esiste un termine unico per tradurre il termine nella nostra lingua: vuol dire “pensare troppo”. Con questo termine ci riferiamo ad uno stato mentale che consiste produrre un quantitativo elevato di pensieri. Oltre che prodotti in numero elevato, i pensieri sono anche aggrovigliati tra loro.
Si tratta di una condizione abbastanza frequente nella nostra società, dato che siamo spesso portati a risolvere un gran quantitativo di problemi, che spesso tendono a sovrapporsi tra loro. In questo senso, il pensare troppo è un’attività che può essere considerata come “figlia” del multitasking.
Oggi, grazie al web, abbiamo accesso ad un enorme quantitativo di informazioni. Allo stesso tempo, siamo tempestati di richieste, elevate sia in termini qualitativi che di numero. Non è dunque un caso se la maggior parte di noi tende a pensare troppo.
Chiariamo subito che non sempre si tratta di una condizione negativa. Anzi, in alcuni casi, in cui si deve risolvere un problema, o se adottato come strategia difensiva, può essere profittevole.
Tuttavia, in alcuni casi l’overthinking acquisisce una valenza quasi patologica. Di solito, in questi casi, si manifesta in periodi molto stressanti, ed è causa di estremo malessere.
In certi individui, addirittura, si trasforma in ruminazione, che si manifesta in ogni aspetto della vita e che rende, di conseguenza, difficile se non impossibile fare delle scelte.
Se associato a sintomi ossessivi, tra l’altro, l’overthinking porta alla ripetizione di azioni come risposta ai pensieri ripetitivi.
Come superare la ruminazione
In alcuni casi, quindi, l’overthinking causa stanchezza, ansia e, in ambito lavorativo, burnout. Il che ha conseguenze sia per il singolo che per il datore di lavoro e l’azienda, se ci riferiamo al pensare troppo in contesto lavorativo.
Uno dei tipi più comuni di overthinking l’abbiamo citato al paragrafo precedente. Si tratta della ruminazione, che si concentra essenzialmente sul passato.
Si tratta di quell’attività di pensiero che causa anche rimpianti, in quanto chi la mette in atto tende a rivivere situazioni già avvenute. Nel dettaglio, si esamina quel che non ha funzionato, le risposte non date, gli aspetti negativi.
Il rischio della ruminazione è quello di restare ancorati al passato, senza riuscire ad andare avanti.
Per fortuna, c’è un metodo concreto per superare questo tipo di overthinking. Qualora ci si renda conto di essere spesso soggetti a ruminazione, è possibile programmare volutamente un momento, limitato nel tempo, per dedicarsi alle preoccupazioni relative al passato.
Bisogna cioè limitare volutamente la ruminazione, lasciando che duri tra i 15 ed i 30 minuti al giorno. In questo modo, i pensieri legati al passato verranno limitati e gestiti in maniera consapevole.
Non c’è uno specifico momento della giornata nel quale concedersi un momento di ruminazione. Tuttavia, sarebbe meglio evitare di farlo prima di andare a letto.
Può essere utile, oltre che limitare il tempo, limitare anche lo spazio della ruminazione, effettuandola solo in una stanza particolare, o in uno specifico luogo.
La ruminazione non deve assolutamente avvenire al di fuori del tempo che abbiamo scelto di dedicargli.
L’inciampo futuro (future tripping)
La seconda tipologia di overthinking più comune è detta future tripping, e la possiamo tradurre nella nostra lingua con “inciampo futuro”.
Si tratta dell’atteggiamento opposto rispetto alla ruminazione. Chi lo mette in atto, infatti, non rimane bloccato nel passato, ma nel futuro. Chi mette in atto il future tripping, infatti, si preoccupa eccessivamente di ciò che accadrà.
Per questo, cerca di anticipare quel che potrebbe succedere, spendendo eccessive energie nella pianificazione al minimo dettaglio. È vero che anticipare potrebbe essere un’attività positiva, ma quando la pianificazione scade nell’overthinking, i risultati possono essere disastrosi.
Oltre a soffrire d’ansia e irrequietezza, questo tipo di overthinker tende infatti a concentrarsi totalmente sul futuro. Non gli è quindi possibile, per esempio, festeggiare successi presenti.
Ogni energia viene spesa nella pianificazione di tutti i possibili scenari futuri.
Per superare questa tipologia di overthinking, si può attuare il cosiddetto distanziamento temporale. Bisogna, cioè, proiettarsi nel futuro, ma andando oltre le preoccupazioni legate al pensare troppo. A questa tecnica si può aggiungere quella dell’ignoranza selettiva, eliminando volutamente le situazioni di stress inutili.
In questo modo, si potranno concentrare le energie in “viaggi” verso il futuro che siano produttivi e consapevolmente guidati.
Overthinking: come superare l’analisi eccessiva
Mentre alcuni individui sono portati a riesaminare il passato e altri tendono a proiettarsi nel futuro, altri ancora si concentrano sulla profondità del pensiero.
Ci sono infatti diversi overthinker che analizzano eccessivamente un argomento o una situazione. Il che, se a volte potrebbe portare a brillanti intuizioni, nella maggior parte dei casi fa sì che si sprechino energie in dettagli irrilevanti.
Questa tipologia di overthinking comporta anche procrastinazione e ritardo nell’iniziare un compito. E c’è di più: l’overthinker non riesce a selezionare i compiti più importanti ai quali dare precedenza.
Si può superare questa tipologia di overthinking innanzitutto concentrandosi non sulla ricerca perfetta, ma selezionandone una abbastanza soddisfacente.
Per aiutarci nella scelta, è possibile individuare dei criteri decisionali, in numero massimo di tre, in grado di permetterci di dare priorità a idee, variabili e situazioni.
Dei tre criteri scelti, uno deve essere giudicato come il più importante. In questo modo, orientare la decisione sarà sicuramente più semplice.
E la decisione, una volta selezionata, non va cambiata anche se in itinere dovessero trovarsi altre possibili decisioni altrettanto valide.