Condotta e sospensioni: tutte le novità nell’ultimo anno scolastico
La condotta e sospensioni sono tornate al centro del dibattito educativo dopo l’ondata di novità introdotte fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Le nuove disposizioni riguardano sia il voto in comportamento sia la gestione delle sanzioni, con l’obiettivo dichiarato di sostituire le sospensioni “passive” con interventi di forte valenza formativa. Non meno rilevante è l’introduzione di misure economiche e percorsi di cittadinanza attiva destinati agli studenti che commettono infrazioni gravi.
Questo articolo offre una panoramica completa di tutte le novità in tema di condotta e sospensioni, fornendo spiegazioni chiare e aggiornate, per comprendere come cambiano le regole della scuola.
Indice dei contenuti
Condotta e sospensioni: quali sono le ultime novità?
La riforma della condotta e sospensioni scolastiche è stata ufficializzata con il Decreto-Legge 71/2024, convertito in legge nel settembre dello stesso anno, e rappresenta uno dei pilastri della politica scolastica promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).
Le nuove linee guida riorganizzano completamente il sistema disciplinare, trasformando la punizione in uno strumento formativo e responsabilizzante. Il voto in condotta assume ora un peso reale all’interno del percorso scolastico, incidendo direttamente sulla promozione, mentre le sospensioni diventano momenti di educazione alla cittadinanza e alla consapevolezza del proprio comportamento.
Queste modifiche hanno l’obiettivo di contrastare il crescente numero di episodi di violenza verbale e fisica a scuola, oltre a frenare fenomeni diffusi come il bullismo, il cyberbullismo e l’insubordinazione nei confronti del personale scolastico. La logica della riforma è, dunque, quella di prevenire, educare e reintegrare, piuttosto che punire in modo punitivo e fine a sé stesso.
Voto in condotta: parametri di valutazione riformati
Il voto in condotta non è più relegato a una posizione secondaria nella valutazione scolastica, ma viene trattato alla pari delle altre discipline. Viene ora attribuito secondo una griglia ministeriale nazionale che prende in considerazione quattro aree fondamentali:
- rispetto delle regole scolastiche;
- relazioni con pari e adulti;
- partecipazione attiva alla vita scolastica;
- senso di responsabilità civica.
Ogni area è valutata con indicatori oggettivi e criteri trasparenti, per garantire equità e uniformità tra le scuole.
Il voto di condotta inferiore al 6 attiva automaticamente percorsi di recupero. Un 6 in condotta implica l’obbligo di attività integrative a settembre, mentre un 5 conduce alla bocciatura, anche se le altre materie sono sufficienti.
Questa misura intende sottolineare che il comportamento è parte integrante del percorso educativo. Non si tratta più solo di “come” si studia, ma anche di “come” si vive la scuola come comunità..
Sanzioni disciplinari: graduazione e finalità educative
Le sanzioni disciplinari vengono ora articolate su più livelli e finalizzate alla crescita dello studente. Le misure adottabili sono state ampliate, andando oltre la semplice sospensione da scuola: troviamo richiami scritti, attività di riflessione, percorsi di recupero, lavori socialmente utili e, in casi gravi, sanzioni pecuniarie.
L’accento è posto sul concetto di giustizia riparativa: ogni sanzione deve accompagnarsi a una proposta educativa che porti lo studente a comprendere l’errore commesso, a ripararlo simbolicamente o concretamente e a rientrare nella comunità scolastica con maggiore consapevolezza. Le sanzioni sono, quindi, pensate non per escludere, ma per educare e reincludere.
Sospensioni brevi: attività di riflessione obbligatorie
Le sospensioni brevi, ossia inferiori ai tre giorni, non corrispondono più a un semplice allontanamento dall’aula.
Lo studente rimane coinvolto in un’attività didattica alternativa, sotto la guida dei docenti o di tutor scolastici. Deve redigere relazioni scritte, approfondimenti tematici, oppure partecipare a incontri di confronto e discussione su temi legati alla convivenza civile, alla legalità, all’uso corretto delle tecnologie.
Lo scopo è rendere il tempo della sospensione un tempo attivo e formativo, in cui si rifletta sul proprio comportamento e sulle sue conseguenze. In molti istituti, inoltre, viene chiesto agli studenti sospesi di tenere un diario personale durante i giorni di sospensione, da discutere poi in un colloquio di rientro con il coordinatore di classe.
Sospensioni lunghe: percorsi di cittadinanza solidale
Le sospensioni lunghe (da tre a quindici giorni) rappresentano l’aspetto più innovativo della riforma.
Non si traducono più in giorni a casa, ma obbligano lo studente a partecipare a esperienze di cittadinanza solidale, ovvero attività utili alla comunità. Gli istituti stipulano convenzioni con biblioteche, associazioni culturali, cooperative sociali ed enti di volontariato.
Durante il periodo di sospensione, lo studente è tenuto a partecipare a queste attività per almeno tre ore al giorno. Al termine, riceve una certificazione dell’esperienza svolta, che può essere inserita nel curriculum dello studente e nel portfolio delle competenze. L’obiettivo è trasmettere l’idea che il rispetto delle regole non è un’imposizione, ma una forma di rispetto per sé e per gli altri.
Cittadinanza solidale: il volontariato come misura riparativa
La cittadinanza solidale è il cuore pulsante della nuova visione educativa.
Le esperienze di volontariato inserite all’interno delle sospensioni lunghe non sono pensate come “lavori forzati”, ma come veri e propri momenti di formazione sociale. Gli studenti entrano in contatto con realtà diverse dalla propria, maturano empatia e senso di responsabilità, imparano l’importanza dell’impegno civico.
Secondo i dati forniti dal Ministero, nelle scuole che hanno adottato in via sperimentale questi percorsi già dall’anno precedente, si è registrata una riduzione significativa degli episodi recidivi: gli studenti coinvolti mostrano maggiore autocontrollo e partecipazione attiva. Molti istituti, inoltre, stanno integrando la cittadinanza solidale anche nei progetti curricolari, estendendola ad attività extracurricolari.
Sanzioni pecuniarie: responsabilità delle famiglie
Tra le novità più controverse, troviamo l’introduzione delle sanzioni pecuniarie per atti particolarmente gravi, come l’aggressione fisica o verbale a docenti e personale ATA. In questi casi i genitori o i tutori legali degli studenti minorenni (oppure gli studenti maggiorenni stessi) possono essere condannati a versare somme tra i 500 e i 10.000 euro, stabilite dal giudice.
I fondi raccolti vengono destinati a riparare i danni materiali o a finanziare progetti educativi e didattici. La misura è pensata per sottolineare la corresponsabilità educativa delle famiglie. Molte associazioni di genitori e pedagogisti, tuttavia, hanno espresso perplessità, temendo che possa penalizzare maggiormente le famiglie con meno risorse economiche e aumentare le disuguaglianze sociali.
Condotta e sospensioni: prospettive per il prossimo anno scolastico
Guardando al futuro, il Ministero dell’Istruzione (MIM) ha annunciato ulteriori sviluppi in merito alla condotta e alle sospensioni. A partire dal 2025/2026 è prevista, infatti, la digitalizzazione completa dei procedimenti disciplinari tramite registro elettronico, con tracciabilità delle sanzioni e degli interventi educativi associati. Si ipotizza, inoltre, l’estensione della cittadinanza solidale anche agli studenti della scuola primaria, in forma naturalmente adattata all’età.
Molti dirigenti scolastici chiedono però un maggiore supporto organizzativo: servono figure professionali come educatori, mediatori culturali e tutor specializzati, che possano accompagnare i ragazzi nei percorsi formativi alternativi alla sospensione. In caso contrario, si rischia di sovraccaricare i docenti curricolari e di compromettere l’efficacia del nuovo modello.
La nuova normativa sulla condotta e sulle sospensioni, in conclusione, sta trasformando la scuola in un laboratorio di responsabilità e cittadinanza attiva. La sfida nei prossimi anni sarà consolidare queste buone pratiche, garantendo equità, formazione e sostegno a tutta la comunità scolastica. Il comportamento non è più solo un indice di disciplina, ma una vera e propria competenza da coltivare.