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- 06-12-2025
- Sara Elia
- In Mindset
- 5 minuti
Cos’è il gaslighting e come difendersi da questa manipolazione psicologica
Il gaslighting è una delle forme di manipolazione psicologica più subdole e pervasive: una dinamica in cui una persona, attraverso menzogne, negazioni e distorsioni della realtà, porta la vittima a dubitare dei propri ricordi, delle proprie emozioni e perfino della propria sanità mentale. Non si tratta di un semplice conflitto o di un malinteso, ma di una strategia deliberata, costruita nel tempo, con lo scopo di indebolire l’autonomia mentale di chi la subisce e ottenere controllo.
Oggi il termine gaslighting è sempre più diffuso, non solo in psicologia, ma anche nel contesto relazionale, lavorativo e persino mediatico, perché descrive con precisione un fenomeno che molte persone vivono senza rendersi conto di esserne vittime.
In questo articolo analizzeremo come funziona il gaslighting, quali segnali permettono di riconoscerlo, perché è così difficile uscirne e quali strategie possono aiutare a difendersi e a ricostruire un senso di sicurezza interiore. Comprendere questi meccanismi è il primo passo per interrompere il ciclo della manipolazione e tornare a dare valore alla propria voce.
Indice dei contenuti
Che cos’è il gaslighting
Il gaslighting è una strategia di manipolazione psicologica in cui una persona induce un’altra a dubitare di ciò che pensa, ricorda o percepisce.Non si tratta di un semplice fraintendimento o di un conflitto di opinioni, ma di un’azione volontaria e consapevole finalizzata a destabilizzare l’altro che viene messa in atto da individui con tratti narcisistici o caratterizzati da un forte bisogno di controllo emotivo.
Nello specifico, l’origine del termine risale ad un’opera teatrale del 1938 dal nome Gaslight, nella quale il marito della protagonista altera deliberatamente la realtà domestica per far credere alla moglie di essere in procinto di perdere la ragione.
Il gaslighting è graduale, ripetuto, mirato e si basa su alcuni elementi chiave. Nello specifico:
- ripetizione costante di dubbi, anche quando la vittima manifesta sicurezza sulla propria versione dei fatti;
- svalutazione delle emozioni, percepite come eccessive, sbagliate o prive di fondamento;
- ribaltamento della realtà, con continui tentativi di riscrivere ciò che è accaduto;
- ambiguità che lascia l’altro in una condizione di incertezza prolungata.
Segnali d’allarme e conseguenze
Come abbiamo visto finora, nel gaslighting chi manipola tenta di assumere il controllo emotivo dell’altro attraverso la distorsione sistematica della realtà. Nello specifico, nelle relazioni personali emerge sotto forma di:- reinterpretazioni continue degli eventi quotidiani;
- negazioni di conversazioni realmente avvenute;
- svalutazioni emotive;
- critiche sottili che minano lentamente la fiducia in sé.
Gli effetti psicologici di questa manipolazione psicologica agiscono su tre piani:
- cognitivo: portano a maturare difficoltà a fidarsi della propria memoria o del proprio giudizio;
- emotivo: provocano aumento di ansia, senso di colpa, vergogna e smarrimento;
- relazionale: creano dipendenza dal manipolatore, che diventa l’unica fonte affidabile di verità.
Perché il gaslighter agisce così
Comprendere perché un gaslighter mette in atto strategie manipolative è essenziale tanto quanto riconoscerle. Sebbene non esista un’unica motivazione, la ricerca psicologica e la pratica clinica mostrano che il gaslighting nasce spesso da una combinazione di bisogni emotivi distorti, fragilità personali e dinamiche di potere.
1. Bisogno di controllo e paura dell’abbandono
Molti gaslighter agiscono per controllare la relazione. A volte provengono da contesti in cui il controllo è stato l’unico modo per sentirsi al sicuro: più l’altro dipende da loro, minore è il rischio di essere lasciati o svelati.
Esempio:
Partner che afferma continuamente: “Sei tu che ricordi male, non è mai successo”, spingendo l’altra persona a chiedere conferma, a scusarsi o a dubitare di sé. In questo modo, la vittima diventa emotivamente dipendente.
2. Mancanza di empatia e tratti manipolativi
Alcuni gaslighter mostrano una scarsa capacità empatica: non colgono (o non considerano rilevanti) le emozioni altrui. In altri casi, sono presenti tratti narcisistici o antisociali, dove umiliare o confondere l’altro diventa parte di una strategia per mantenere superiorità e dominio.
Esempio:
In un contesto lavorativo, un capo può dire: “Non ti ho mai chiesto quel report, te lo stai immaginando”, per evitare responsabilità, scaricare colpe e riaffermare il proprio potere gerarchico.
3. Timore di essere scoperti o smascherati
Quando un comportamento scorretto rischia di essere evidenziato, il gaslighter ricorre alla manipolazione per deviare l’attenzione, rendendo la vittima confusa o insicura. In questo modo, evita che emergano verità scomode.
Esempio:
Una persona che ha tradito e, messa di fronte alle prove, risponde con: “Stai impazzendo… vedi cose che non esistono”. Qui lo scopo non è chiarire, ma ribaltare la realtà per proteggere se stesso.
4. Modelli relazionali appresi
Il gaslighting può essere un comportamento appreso in famiglia o in relazioni precedenti. Se una persona ha interiorizzato che mentire, sminuire o negare sia un modo “normale” per gestire i conflitti, potrebbe replicare inconsapevolmente queste dinamiche.
Esempio:
Chi è cresciuto in una casa in cui un genitore negava sistematicamente episodi problematici può credere che “il modo giusto di affrontare un litigio” sia far dubitare l’altro della sua percezione.
5. Evitare responsabilità e proteggere la propria immagine
Per alcuni gaslighter, la manipolazione è uno scudo: serve a non assumersi la responsabilità dei propri errori. È più semplice far credere all’altro di aver “mal interpretato” che riconoscere un comportamento scorretto.
Esempio:
Un collega che ha dimenticato una scadenza afferma “Non è vero, mi avevi detto una data diversa” quando in realtà la comunicazione era chiara. Lo scopo: evitare colpe, evitare conflitti, salvare la faccia.
6. Ricerca di un vantaggio personale
In alcune situazioni, il gaslighting è un mezzo per ottenere un beneficio concreto: economico, emotivo, sessuale, professionale o sociale. La confusione della vittima diventa funzionale agli interessi del manipolatore.
Esempio:
Un partner può far dubitare l’altro della propria capacità di prendere decisioni finanziarie per controllare il denaro della coppia: “Sei sempre confusa, lascia fare a me”.
Gaslighting in azienda: comportamenti tossici e dinamiche tipiche
Quando il gaslighting si manifesta in azienda, assume forme particolarmente pericolose perché avviene in un contesto gerarchico e competitivo, soprattutto quando esiste una dinamica di potere che consente al manipolatore di influenzare l’ambiente.I principali comportamenti tossici sono:
- feedback negativi persistenti spesso difficili da interpretare, che generano insicurezza sulla qualità del proprio lavoro;
- svalutazione costante dei risultati raggiunti, con commenti mirati a ridurre il valore della propria attività professionale;
- commenti denigratori e pettegolezzi, con l’obiettivo di ridicolizzare, sminuire, provocare ed isolare la vittima;
- esclusione da riunioni o comunicazioni importanti, ripetute nel tempo;
- manipolazione della percezione della realtà, ad esempio negando decisioni prese insieme o sostenendo versioni che non corrispondono ai fatti.
- dipendenza economica;
- relazioni gerarchiche;
- timore di ritorsioni;
- paura di perdere il lavoro;
- pressione sociale del gruppo.
Come difendersi in modo ottimale
Per tutelarsi dal gaslighting è necessario seguire alcune strategie che permettono di uscire dalla confusione, restituendo chiarezza ai propri pensieri e alla realtà dei fatti. In particolare:- parlare con la persona coinvolta, cercando di chiarire eventuali fraintendimenti: quest’ azione può aiutare a distinguere un malinteso da un tentativo consapevole di manipolazione;
- annotare accuratamente le conversazioni, ricostruendo date, contenuti ed espressioni utilizzate;
- raccogliere prove oggettive, come messaggi, registrazioni e testimonianze;
- seguire le procedure ufficiali dell’azienda, rivolgendosi alle figure dedicate o alle risorse umane;
- inviare email di riepilogo dopo incontri o scambi verbali, per lasciare traccia delle informazioni condivise;
- verificare se altri colleghi vivono situazioni simili, creando un quadro più chiaro della dinamica.
Come abbiamo analizzato insieme, il gaslighting è una forma complessa e insidiosa di manipolazione psicologica che può minare in modo grave la sicurezza dell’individuo e creare dipendenza dal proprio carnefice. Conoscere il fenomeno, identificarlo ed adottare strategie di tutela permette di difendersi e ristabilire equilibrio, chiarezza e benessere, impedendo che limiti il proprio mondo personale o professionale.
Sara Elia
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